Allarme contagi all’ospedale di Nuoro: tamponi al personale, rischio chiusura

L’ospedale San Francesco di Nuoro cerca di affrontare l’allarme contagi. Cento operatori sanitari stanno eseguendo in queste ore il tampone per verificare la positività o meno al coronavirus. Il risultato è atteso in serata. Un test a tappeto autorizzato dall’assessorato regionale alla Sanità in un ospedale che vede la maggior concentrazione di contagi: 15 tra medici e infermieri su 38 finora accertati in Sardegna. I tamponi serviranno a fare chiarezza sulla dimensione della diffusione del virus al San Francesco. Se la situazione dovesse precipitare, la Regione ha pronto un piano alternativo: chiusura del presidio e allestimento di un ospedale da campo già autorizzato dal ministero della Difesa.

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“I medici e gli infermieri sottoposti in queste ore a tampone erano tutti in quarantena da giorni, quindi già messi in sicurezza nelle loro case – spiega all’Ansa l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu – Dall’esito dei test si capirà se l’attività del San Francesco può proseguire oppure se è meglio chiudere e attrezzarsi diversamente. Decideremo se sottoporre a tampone tutto il personale, anche quello dei reparti che non hanno avuto a che fare direttamente con le persone contagiate”. Il primo focolaio era partito da un medico della Rianimazione venuto a contatto con un pilota del 118 positivo al virus.

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Una situazione che ha portato alla chiusura della Rianimazione e del blocco operatorio e a una attività intensa di sanificazione coordinata dalla direttrice del presidio ospedaliero Antonella Tatti ed eseguita dalla Ph Facility, azienda affidataria dei servizi di pulizia e sanificazione. “Abbiamo lavorato tutta la notte per bonificare il blocco operatorio – dice l’amministratrice della società Annamaria Giuntini – e stiamo proseguendo nella sanificazione del reparto di Malattie infettive e delle scale dei tredici piani dell’ospedale. Gli altri reparti sensibili sono stati già bonificati, ma lavoriamo giorno e notte con diverse squadre laddove si dovessero presentare nuove emergenze”.

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