Alghero, palazzine a 22 metri dal mare: ecco ‘The Fetch’, attico a 780mila euro

È su Facebook il rendering di ‘The Fetch 2.0’, nuovo complesso residenziale di Calabona, al Alghero: sono tre gruppi di lussuosi appartamenti con il modulo più prestigioso ad appena ventidue metri dal mare. Il 6 novembre scorso l’ultima pubblicità postata sul social network (nella foto). Recita: “Vivi un tramonto da sogno direttamente da casa tua”. Costruisce, tra le polemiche di ambientalisti e cittadini, la Mp Finance, “società italiana di investimento e sviluppo immobiliare che punta ad elevare lo standard dei progetti residenziali in Sardegna”, si legge nel portale della stessa srl. Calabona è una scogliera, a poco distanza dal lungomare Valencia e dal centro storico.

Online, in un rimando che parte dalla sede algherese di Mp Finance, in via Mazzini 49, ci sono anche i prezzi di vendita: quello più alto fa il paio con il gruppo A, il blocco dove “le camere padronali hanno bagno e cabina armadio”, è scritto. E subito una promessa: “La sensazione di essere sospeso sul mare” e “il secondo affaccio sul suggestivo giardino alberato interno”, il quale “garantisce una perfetta areazione naturale”. L‘attico costa 780mila euro per 138 metri quadrati. Vuol dire 5.652 euro al metro quadrato

Gli appartamenti del gruppo B hanno “la zona living (il soggiorno) che si apre su una terrazza fronte mare” e “la camera padronale è dotata di balconcino privato”. Nel gruppo C, la Mp Finance garantisce abitazioni “ampie e molto luminose grazie all’esposizione su tre lati” e il “soggiorno con doppia vetrata a tutta altezza”. Per il quadrilocale ‘semplice’, non all’ultimo piano e da 124 metri quadrati, si pagano 460mila euro (3.709 euro a metro quadro). Gli appartamenti meno costosi vengono venduti a 3.500 al metro quadro. La palazzina più alta raggiunge i ventuno metri.

È una storia di contrasti finiti davanti ai giudici amministrativi, quella di Calabona, dove il caso ha unito sacro e profano: la strada di ‘The Fetch 2.0’ si chiama ‘via José María Escrivá de Balaguer’, il presbitero spagnolo fondatore dell’Opus Dei. Lì le ruspe hanno ricominciato a muoversi lo scorso febbraio, dopo che il Tar ha sospeso il provvedimento del Comune col quale veniva revocata la concessione edilizia perché priva di autorizzazione paesaggistica. Si è conclusa la demolizione del precedente caseggiato e gli operai hanno cominciato a innalzare, a tempo di record, i tre gruppi della nuova lottizzazione. Frazionando così quell’unico edificio buttato giù. Di fatto un’anomalia, per gli ambientalisti (qui la posizione del Grig, qui le contestazioni di Legambiente).

Calabona è classificata come B, zona di completamento. “Ma in base a un Piano regolatore generale (Prg) di quarant’anni fa – tuona Sandro Roggio, architetto e urbanista -, uno strumento troppo datato per non essere complice della speculazione in riva al mare nonché portatore di una visione che appartiene a un’epoca lontana. Parliamo di anacronistiche zone B, sopravvissute a stravecchie disposizioni della Regione e a cui si è aggiunta la scelleratezza del Piano casa, dal 2009 in avanti”. Roggio suggerisce: “Per impedire queste paradossali zone B basterebbe una rivalutazione paesaggistica e due conti due sul rapporto tra metri quadri e abitanti: si capirebbe la sopravvalutazione dei servizi rispetto alla crescita reale”.

L’urbanista di Sassari chiama in causa la politica. E aggiunge: “L’amministrazione di Alghero, come altri Comuni costieri della Sardegna, sta impugnando la fiaccola dell’anarchia edilizia, il cui copyright spetta a Silvio Berlusconi, e nulla fa per evitare che la vetustà delle regole urbanistiche si sommi alle procedure derogatorie volute dalle Giunte regionali, di destra e di sinistra. Va ricordato che gli abusi edilizi, puntualmente rispolverati quando qualcuno muore, stanno in questo clima di insubordinazione. Ad Alghero sbagliano, se pensano di usare questa miscela nefasta per competere nel mercato turistico dei prossimi decenni e diventare addirittura capitale della cultura”.

La Mpd Finance tira dritto. “Residenze uniche nel loro genere” e che “rappresentano una nuova concezione dell’edilizia”, si legge ancora sulla pagina Facebook di ‘The Fetch 2.0″. Da Amsterdam Eugenie Bédier risponde: “Sì, sul mare. Ancora non avete imparato nulla”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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