Algeria-Sulcis, aumentano gli sbarchi: arrivati oltre 230 migranti in 20 giorni

Solo il maltempo, il forte vento di maestrale e il mare agitato hanno provvisoriamente bloccato l’arrivo costante di migranti in Sardegna. Nelle prime tre settimane del 2020, infatti, si è registrato un incremento sostanziale degli sbarchi rispetto al 2019. In pochi giorni sono approdati sull’Isola ben 237 algerini, contro gli 894 di tutto lo scorso anno. Un inizio anno preoccupante dal punto di vista della sicurezza e dell’impegno che le forze dell’ordine devono mettere in campo per arginare il fenomeno. La prima massiccia ondata di arrivi potrebbe essere la conferma che la rotta Algeria-Sardegna è ormai diventata il corridoio privilegiato dai migranti che intendono raggiungere l’Europa. Un’ulteriore conferma è l’apertura, pochi giorni fa, del primo Cpr sull’Isola, il centro regionale per il rimpatrio inaugurato a Macomer all’interno dell’ex carcere. Una struttura che adesso può ospitare 50 migranti e che in previsione salirà a cento posti.

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Attualmente nel nuovo Cpr si trovano solo due stranieri, ma presto potrebbero avere compagnia, visto che appena le condizioni meteo miglioreranno, ricominceranno gli sbarchi. L’apertura del centro di Macomer e l’ondata di sbarchi sono al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine, ma anche di quelle politiche. Fino a qualche giorno fa i migranti che approdavano a Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santa Margherita di Pula e nelle altre zone soprattutto del sud Sardegna, venivano bloccati da carabinieri e polizia che li trasferivano al centro di prima accoglienza creato all’interno dell’ex scuola della Penitenziaria a Monastir. Una volta lì, gli agenti dell’ufficio immigrazione e della squadra mobile della Questura di Cagliari si occupavano delle identificazioni, mentre gli stranieri venivano visitati dai medici. Al termine delle procedure, per chi era entrato per la prima volta in Italia, arrivava il foglio con l’ordine di lasciare il territorio italiano entro sette giorni, oppure il biglietto di aereo o nave, spesso pagato da associazioni umanitarie, per raggiungere le altre regioni d’Italia, o i vari Cpr (in questo caso il biglietto era a carico della collettività).

Fino a pochi giorni fa, quindi, molti migranti avevano la possibilità di spostarsi autonomamente sul territorio e raggiungere anche altre nazioni d’Europa (infatti in Sardegna dei 237 algerini sbarcati a gennaio ne è rimasto solo uno ricoverato in ospedale). L’apertura del Cpr cambia completamente la situazione: dopo le identificazioni a Monastir gli algerini dovrebbero essere trasferiti nel nuovo centro e, poi, rimpatriati. Ma è proprio su questo punto che potrebbero sorgere i problemi. “Accogliamo favorevolmente l’apertura della struttura di Macomer – ha sottolineato Mauro Aresu, segretario regionale del sindacato di polizia Siap – bisognerà vedere se decideranno di ‘preservarla’ dagli arrivi nazionali. Se dovessero essere trasferiti in Sardegna stranieri da altre regioni, la struttura presto sarà riempita e per noi si ricomincerà con la solita trafila. Anzi. Aumenteranno i problemi visto che dovrà essere dislocato personale – polizia, carabinieri e altre forze dell’ordine – in tutti e due i centri”.

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Su questi aspetti il cielo all’orizzonte non è sereno. Lo confermano le dichiarazioni della prefetta di Nuoro, Anna Aida Bruzzese. “L’arrivo dei migranti nel centro per i rimpatri di Macomer è imminente, sarà il ministero dell’Interno a decidere chi e quando in base agli sbarchi. Non sappiamo ancora da dove arriveranno gli ospiti. Il trasferimento sarà curato dalla Questura di Cagliari in stretto raccordo con quella di Nuoro che gestisce la fase dell’accoglienza”. Una volta giunti in città, la pratica per l’ingresso nel centro passerà al giudice di pace di Macomer che “provvederà a convalidare i provvedimenti di accoglienza emessi dall’ufficio immigrazioni delle Questure di provenienza dei migranti, e a questo punto gli ospiti potranno entrare nella struttura”, ha sottolineato la prefetta.

“Noi come Prefettura ci occuperemo di predisporre le misure di sicurezza per gli ospiti e gli operatori e in generale per il contesto che li accoglie – ha precisato Bruzzese – A questo proposito mi sento di tranquillizzare tutti: le forze di polizia sono arrivate, così come il contingente militare dell’operazione ‘Strade sicure’ della Brigata Sassari che provvederà alla sorveglianza”.

E se da un lato l’apertura del centro migranti ha innescato un terremoto in Comune a Macomer, tanto che due consiglieri di minoranza, Arturo Uleri e Daniele Nieddu, si sono dimessi, dall’altro secondo il Siap potrebbe essere un deterrente per gli sbarchi diretti. “Nelle prossime settimane, quando arriveranno altri algerini – ha detto ancora Mauro Aresu – saranno trasferiti prima a Monastir, poi a Macomer e infine saranno riportati a casa. Il passa parola tra gli stranieri che tentano questo tipo di ingresso in Italia è molto veloce: sapendo di non avere più la possibilità di muoversi liberamente sul territorio, gli algerini sceglieranno di abbandonare la rotta per la Sardegna”.

Manuel Scordo

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