Alcoa, rabbia e sconcerto tra i lavoratori. Bentivogli (Cisl): “Intervenga il Governo”

Arriva come una meteora il comunicato dell’Alcoa che annuncia l’inizio delle attività di smantellamento dello stabilimento di alluminio di Portovesme. Peraltro annunci non nuovi da parte della multinazionale americana che già in passato aveva tentato di chiudere la partita che riguarda la fabbrica sarda. Ma i sindacati e i lavoratori non intendono assistere passivamente alla demolizione della “loro” fabbrica. Durissima la presa di posizione di Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl a poche ore dalle dichiarazioni da parte del portavoce dell’Alcoa. “Le dichiarazioni di Rob Bear, vice presidente delle attività di Trasformation di Alcoa sono sintomatiche della gravita’ della situazione. In realtà non è affatto vero che l’Alcoa ha collaborato con il Governo per la ricerca di un nuovo acquirente. Ha perfino impedito la visita dello stabilimento e la due diligence a qualsiasi nuovo investitore”, aggiunge Bentivogli. “Certamente la posizione assunta da Alcoa non aiuta il programma di ricerca di nuovi investitori annunciato all’inizio di agosto dal ministro Calenda. Il Governo, conclude Bentivogli, deve immediatamente convocare Alcoa affinché modifichi le proprie convinzioni. La situazione è gravissima e a fine anno, con la fine degli ammortizzatori sociali, si rischia una catastrofe”.

I rappresentanti dei lavoratori di Portovesme non prendono sotto gamba le dichiarazioni di Alcoa mantenendo però una posizione ferma: “Già in passato l’Alcoa aveva fatto annunci di smantellamento”, afferma Renato Tocco, RSU Uilm, “ma noi abbiamo un impegno con il Governo fissato al 5 di settembre. Il ministro Calenda – continua Tocco – ha affermato molto chiaramente che con le misure messe in campo per il contenimento dei costi energetici la fabbrica può essere competitiva e appetibile sul mercato. Supportati in questo dal Governo non permetteremo a nessuno di entrare in fabbrica per smontare gli impianti. E’ chiaro che una possibile soluzione positiva della cessione dello stabilimento potrebbe non essere gradita all’Alcoa. Ma questo percorso e impegno, conclude il sindacalista, è stato da loro sottoscritto a suo tempo ed ora non possono tirarsi indietro”.

Tra i lavoratori ovviamente c’e’ sconcerto. E un senso di smarrimento inizia a serpeggiare. I messaggi dal tono preoccupato sui social si moltiplicano. E le rassicurazioni portate dal Governo, dalla Regione sarda e dai vari esponenti politici e sindacali su una possibile soluzione positiva della vertenza iniziano a perdere le proprie fondamenta. “E ora?” si chiede un lavoratore. E’ come svegliarsi da un brutto sogno. E la realtà quotidiana, se non arriveranno notizie confortanti, si preannuncia estremamente più drammatica di qualsiasi incubo notturno.

Carlo Martinelli

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