Abusi sessuali a Nuoro, teste smentisce accuse contro l’allenatore di pallamano

Nuova udienza ieri a Nuoro nel processo contro l’allenatore di pallamano di Nuoro Roberto Deiana, 45 anni, accusato di abusi sessuali da due sue ex giocatrici, una giovane straniera e una ragazza di Sassari, minorenni all’epoca dei fatti.

Il processo a porte chiuse ha preso il via lo scorso 6 aprile. I fatti contestati dalla Procura risalgono agli anni che vanno dal 2011 al 2012 quando Deiana in due diverse trasferte avrebbe tentato di abusare di due atlete, giocatrici nella squadra Handball Athletic Club nuorese: in un primo caso avrebbe invitato una giocatrice nella sua camera d’albergo con la scusa di vedere alcuni filmati e l’avrebbe poi palpeggiata. In un’altra trasferta, poi, avrebbe tentato di molestare un’ altra atleta, sempre invitandola in camera. Le ragazze – una straniera che all’epoca viveva a Nuoro e giocava nella squadra under 16, e l’altra sarda in forza in una squadra di Sassari – hanno poi sporto denuncia alla Polizia, ma solo a fine estate 2013 a Deiana è stata recapitata un’informazione di garanzia. Il primo episodio contestato all’allenatore sarebbe accaduto durante una trasferta in Abruzzo, infatti la prima Procura a procedere è stata quella di Teramo che ha poi trasmesso per competenza gli atti alla Procura di Nuoro.

L’udienza di ieri è stata caratterizzata da momenti di tensione tra il Pm Giorgio Bocciarelli e l’avvocato difensore Francesco Lai. Una teste della difesa, l’italo-argentina Sofia Belardinelli, ha smentito la ricostruzione della ragazza romena, che accusa l’allenatore, su quanto successo quella notte di novembre del 2012 in una camera d’albergo a Teramo durante una trasferta della squadra.

In quell’occasione, evento su cui si basa quasi tutto l’impianto accusatorio del processo, l’atleta straniera aveva detto di essere stata molestata da Deiana. “Non c’è stata nessuna molestia – ha detto invece la testimone – Quella sera dopo cena siamo andate in camera del coach: aveva la porta aperta e visionava i filmati della partita, con me c’era anche la ragazza rumena. A un certo punto dopo aver visto il filmato Deiana ci ha mandato a dormire perché era tardi. Non c’è stato nulla di più”.
La ricostruzione è stata contestata dal Pm, secondo il quale la giovane italo-argentina non avrebbe detto la verità, e alla fine il magistrato si è scontrato con il difensore del coach, che ha cercato di far rispettare la deposizione della sua teste. Il presidente Giorgio Cannas ha quindi richiamato in aula l’atleta che accusa Deiana, che ha confermato la sua versione dei fatti.
Ieri sono stati sentiti altri due testi della difesa, due giocatrici di Deiana, che hanno raccontato come la ragazza
romena fosse indisciplinata negli allenamenti, particolare che faceva salire spesso la tensione tra lei e il coach che poi l’ha allontanata dalla squadra.

Ascoltato anche l’ultimo teste del Pm, il fidanzato dell’atleta rumena, che ha detto di essere stato a conoscenza dei comportamenti “ambigui” di Deiana. Ha poi sottolineato di aver letto dei messaggi via Facebook e degli sms che il coach inviava alla sua fidanzata, dal contenuto equivoco. Il processo è stato aggiornato al 21 settembre prossimo.

LEGGI ANCHE: Nuoro, processo contro il coach di pallamano per presunti abusi sessuali

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