Le belle storie cagliaritane.
I miei amici e colleghi di Città Ciclabile , detto/fatto, ci hanno cravato uno stampo sotto l’Asse Mediano. Così che si possa passare , abbassando la testa per non spizzuddarsi, con la propria bicicletta o a piedi e raggiungere la sottostante pista ciclabile.
La pista ciclabile in questione e’ quella che voi non conoscete, per oltre dieci anni l’unica a Cagliari, fatta negli anni ’90 dal Consorzio Ramsar, con gli avanzi a prupp’e pani sui primi finanziamenti del ‘Parco Molentargius’.
Rimasta abbandonata, perché senza capo né coda, fino a quando non ci siamo messi noi ciclisti a ripulirla e a cercar di frequentarla da metà dello scorso decennio.
Poi quando si è deciso di dar spazio alle due ruote e sono fioccati i progetti di corsie ciclabili, quella di Terramaini ci hanno promesso di completarla.
Da un lato, quello all’altezza del campo delle saline appaltando quei 300 metri sotto l’asse mediano fino alla nuova pista che termina in Via Tramontana, e dall’altra, con quegli altri trecento metri dalla Darsena dietro i vigili del fuoco fino a Monserrato dove c’è la rotatoria col trenino.
Se la credete piacevole questa pista potete già accedervi o ‘uscire’ da Via Is Guadazzonis traversando gli svincoli che conducono all’Asse mediano o sul Viale Marconi di fianco ai vigili del fuoco.
La pista, al momento è ancora senza nome e poco visibile. Ne potete sbirciare un tratto guardando sotto l’Asse mediano, lungocanale Terramaini. Questa pista dagli accessi impervi e nascosti, ha il grosso pregio di unire quasi le Saline di Cagliari (da Via Is Guadazzonis) a quasi Monserrato (vicino all’Auchan dietro i Vigili del Fuoco), passando sotto il Viale Marconi poco prima de is pontis paris senza mai incrociare le macchine.
Un domani si potrà andare tranquillamente in bici o in monorotaia elettrica tipo Disneyworld da Monserrato a Cagliari finendo a Mammarranca al Palazzo Nervi all’imboccatura del Porto. Mancano al momento i collegamenti col mondo degli esseri viventi.
Unu stampu di una ventina di metri da Via Salvatore da Civita a Genneruxi sotto le quattro corsie dell’asse mediano,avrebbe permesso di unire Genneruxi a Molentargius, sempre senza incrociare le macchine, sempre per la gioia degli amanti delle due ruote. E anche di quelli senza motore e solo con le proprie gambe, a pei .
Per me suonava come un assist, in attesa di spender meglio i soldi già assegnati dalla Regione al Comune per le piste ciclabili. Era una indicazione pratica per un intervento quasi ‘no cost’.
L’iniziativa di Tom & Gerry (Virgilio & Efisio) col ‘gruppo di intervento mobilito’ diceva e lasciava al Comune, la brillante idea o l’incombenza, di continuare e completare lo scorrio, togliendo altra terra fino a quando non si sarebbero raggiunti i due metri di altezza (o due e dodici se viene a farci visita Massimo Lucarelli), farla compattare da un compattatore a rullo e metterla in sicurezza con due cartelli raffiguranti il relativo disegnino di bicicletta e di pedone.
Senza neanche spender più di qualche migliaio di euro dai normali budget di manutenzione. E pensate che la palla del passaggio vincente sia stata raccolta con mani forti ? Mancu po sonnu!
Peccato però, perché Massimo e Mauro potevano farci unu figuroni…e invece…
Mauro era apparso azziccàto quando gliel’ho detto ingenuamente in anteprima sabato scorso all’Antico Caffè. Poi la notizia è rimbombata con la cover dei cugini di Castedduonline domenica e lunedì,e l’azzicchido si è ampliato a dismisura.
Indovinate cosa è successo ?
In meno di 24 ore hanno deciso di chiudere e sigillare il ‘buco’. Vito aveva fatto da cugurra a Buongiorno Chiagliari lunedi mattina, leggendo la notizia nei quotidiani e dicendo subito che ‘mi fraga che lo fanno chiudere subito’. Così è successo.
Il Comune sinc’é cagau sulla possibilità di incidenti e ha spedito unu sciacummannu ‘e genti per intervenire prontamente:
Vigili del fuoco, tecnici del comune, e della Regione a valutare l’entità dello scandalo.
A sa fini ordine alla Protezione Civile di mettere una rete sigillante.
E mer’e cosa mancai fezziri il traforo del Monte Bianco !
La discussione impazza sul web e anch’io voglio dire la mia.
Io di sottopassi ne farei tre sotto l’asse mediano. Quello già indicato di Via Salvatore da Civita, quello sotto da via Tramontana a Via dei Salinieri per unire La Palma e Amsicora e un’altro ancora a Genneruxi dove ci sono i campi dell’Enel.
E pure due ponti di legno alle Saline e a Palazzo Nervi. Così che dalla città e dall’hinterland si possa andare a piedi o in bici al Parco di Molentargius e a Sant’Elia senza paura di incidenti. Il dottore dice anche come cura preventiva al cuore e alla mente.
Da una parte ci siamo noi ciclisti di Città Ciclabile e delle altre associazioni ciclistiche cagliaritane.
Dall’altra i moralisti e gli ambientalisti esasperati che lanciano allarmi di abuso edilizio po unu stampu che può creare seri incidenti agli imbranati della banda del buco.
A bellu puntu seusu…
Amici cari, guardate che siamo anche noi ambientalisti e rispettosi dell’ambiente, ma qui si esagera. In assenza di scandali più consistenti, mentre siamo tutti paralizzati e col fiato sospeso sulla formazione o non formazione del Governo e gli esiti del processo di Is Arenas, immoi al Comune si spassianta giocando a guardie e ladri con noi ? Con la terra e con il fango, senza soldi, contro questi terribili ciclisti.
Che possiamo più fare ? Un consiglio: giogausu a scalisceddu ?
Se non ci riaprono il sottopasso e lo mettono in sicurezza, propongo all’inizio di ogni mese, un torneo di scalisceddu lì alla fine di via San Salvatore da Civita,dove ci hanno rimurato con una rete.
Usiamo una delle traverse di cemento dell’asse mediano come piano per far scivolare le figurine.
Prima o poi, impietositi, ci riapriranno la rete e ci faranno passare in pompa magna. Si accettano scommesse.
No m’ant’arrestai per aver insulato quest’idea ?
Pietro Porcella