Ho 67 anni e vivo da solo in una casa di campagna. E’ così da alcuni anni: mia moglie e’ morta e la mia unica figlia si e’ sposata ed e’ andata a vivere in un’altra città. L’anno scorso ho raggiunto l’agognata pensione e quest’anno e’scivolato via fra piccoli lavoretti in campagna (ho un bell’orto ) e fugaci uscite in città . Non frequento molte persone e talvolta passano più giorni senza che scambi una parola con altri. Da alcuni mesi ho l’impressione di non essere più lo stesso di prima. Dimentico le cose più elementari, ripongo oggetti di comune uso nei luoghi più strani (avant’ieri ho ritrovato dentro il frigorifero un paio di forbici che cercavo da giorni) e mi dimentico di pagare le bollette in scadenza o di andare a ritirare la pensione alla posta. Avevo una buona memoria per i numeri ma ora, sarà anche per’ l’uso del cellulare che li memorizza, non ricordo più nemmeno i numeri più banali. Cosa mi sta succedendo?
Giovanni 1946. Cagliari
Non mi pare che lei soffra di solitudine e che il suo umore sia depresso dal pensionamento. Mi pare piuttosto che la sua vita ritirata sia diventata progressivamente priva di stimoli, anche di tipo relazionale e culturale. Il nostro cervello e’ un organo complesso che va tenuto in esercizio costantemente se si vuole che funzioni sempre bene, mentre la sua vita attuale la sta progressivamente portando verso un impigrì mento soprattutto mentale. Tenga il suo cervello i esercizio, lo curi come fa con il suo orto, magari con letture che in passato non aveva il tempo di fare. E poi vada più spesso in città e magari frequenti qualche circolo culturale. Tenga vivo l’interesse per le altre persone, anche svolgendo un’attività di volontariato se ne ha l’opportunità. Insomma, provi insomma a far fare un po’ di ginnastica al suo cervello: le sta comunicando, con i segnali di disagio che lei descrive, che questo stato di riposo non lo gradisce. L’essere vicini alla terza eta’ non vuol dire assolutamente smettere di progettare il proprio futuro e soprattutto il proprio benessere. Vedrà’ che anche i piccoli vuoti di memoria (che comunque non drammatizzerei più’ di tanto) si faranno meno frequenti.
Antonello Soriga
Chi ha un caso da segnalare o un parere da chiedere scriva a psychiatrichelp@sardiniapost.it. Saranno ovviamente garantiti totale riservatezza e anonimato.
(Antonello Soriga, psicologo e psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale, svolge attività clinica in regime di libera professione a Cagliari. E’ stato professore a contratto presso la facoltà di Scienze della Formazione di Cagliari e più volte membro della Commissione esami di Stato alla professione di Psicologo. Dal 2009 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari. Presiede il Centro di psicologia sistemica di Cagliari ed è responsabile scientifico dell’Associazione Sardegna Bielorussia. Tra le sue opere “L’altalena di Chernobyl”, Armando Editore, e alcune pubblicazioni accademiche).
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