“Mia figlia pesa 42 chili ma si sente ‘grassa come una balena’. E non mangia”

Ho 56 anni. Le scrivo perché’ sono molto preoccupata per mia figlia Alessandra di 22 anni. Dopo un’infanzia ed una adolescenza tranquille, dai 18 anni, subito dopo la maturità’ ha cominciato a dimagrire e a mangiare in modo sempre più’ disordinato. E’ – anzi forse e’ meglio dire “era” – una bella ragazza, alta oltre un metro e settanta con un fisico sportivo. Ora pesa appena 42 kili ma continuamente dice di sentirsi grassa (una balena) e nonostante sia anche una provetta cuoca non manda chili praticamente nulla se non in poche occasioni in cui sembra invece non avere fondo e si riempie di ogni cibo possibile, salvo poi, rigettare tutto. Come posso aiutarla?

Angela 1956, Cagliari

Cara Angela, dai pochi dati che mi offre sembra che la sua Giulia stia attraversando un periodo assai difficile e il disordine alimentare sembra virare verso l’anoressia. Lo dico senza l’intenzione di allarmarla, ma credo che un intervento specialistico sia quantomeno opportuno.

I disturbi alimentari sono molto più diffusi di quanto si pensi: si tratta di problemi ancora parzialmente sommersi, dei quali le persone non parlano volentieri o non parlano affatto. La prevalenza è nei paesi industrializzati e l’incidenza è maggiore nelle fasce giovani della popolazione: adolescenti e giovani adulti sono i soggetti più a rischio. Talvolta, soprattutto le giovani donne, attraversano periodi in cui il cibo diviene un elemento attraverso cui veicolano frustrazioni, problemi e disordini che, in un certo qual modo, si trasferiscono dall’interno verso l’esterno. Continuano ad avere un ‘immagine di sè come inadeguata. Possono sentirsi “grasse come balene” nonostante siano pelle e ossa e spesso, come dice per la sua Giulia, sono buone cuoche e passano molto tempo a pensare al cibo e alla sua elaborazione.

Gli studi sull’anoressia mentale sono molto vari e diversificati. Consiglio vivamente una terapia familiare che apra “per e con ” Giulia spazi di discussione che probabilmente sono bloccati ed hanno bisogno di essere visti e ristrutturati. Nel frattempo stia vicina a Giulia e chieda a suo marito (o compagno) di dedicarle più tempo; le mandi messaggi in cui Giulia non ha obblighi speciali e soprattutto non deve avere il rendimento massimo possibile.

Spesso le persone che soffrono di disordine alimentare esperiscono l’accoppiamento fra una attesa molto alta del rendimento scolastico ( universitario o lavorativo) che si associa ad una condizione quasi anaffettiva in cui la persona si sente “compressa e controllata”, ma mai amata. Un’altra piccola attenzione che può essere utile è quella di proteggere spazi di privacy per Giulia:  si osserva spesso in questi casi che madri e padri, seppure involontariamente, vivono la vita dei figli come trasparenze in cui tutto deve essere pubblico e sotto controllo e questi si sentono in parte o in tutto defraudati di una loro intimità e, contemporaneamente, controllati in assenza di un supporto emotivo sufficiente a collocare in tutto coerente la propria vita. Cerchi un buon psicoterapeuta familiare e dica a Giulia che è lei che ha bisogno di capire per cui si va in terapia come famiglia e non perchè c’è un “pazzo” da curare.

Antonello Soriga

Chi ha un caso da segnalare o un parere  da chiedere scriva a psychiatrichelp@sardiniapost.it. Saranno ovviamente garantiti totale riservatezza e anonimato.

(Antonello Soriga, psicologo e psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale, svolge attività clinica in regime di libera professione a Cagliari. E’ stato professore a contratto presso la facoltà di Scienze della Formazione di Cagliari e più volte membro della Commissione esami di Stato alla professione di Psicologo. Dal 2009 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari. Presiede il Centro di psicologia sistemica di Cagliari ed è responsabile scientifico dell’Associazione Sardegna Bielorussia. Tra le sue opere “L’altalena di Chernobyl”, Armando Editore, e alcune pubblicazioni accademiche).

 

 

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