La bambina ossessiva che vuole cancellare il suo dolore col sapone

Mi chiamo Anna ed ho superato da poco i quarant’anni anni. Vivo da due anni sola con mia figlia, dopo che mio marito ci ha abbandonate per seguire una ucraina più giovane di lui di vent’anni. Da alcuni mesi sono preoccupata per Virginia, la mia bambina, che ha dodici anni, e mostra sempre con più frequenza comportamenti per me un po’ strani: si lava continuamente le mani, (venti, trenta volte al giorno e con più passate di sapone …) si alza la mattina con due ore di anticipo rispetto all’orario scolastico per avere il tempo di spazzolare e lavare scarpe e abiti che poi indossa immacolati. Basta una macchiolina insignificante perché chieda con fare disperato di cambiarsi come se avesse un’urgenza inspiegabile. Da questa estate anche l’alimentazione è’ diventata problematica: mangia soltanto cibi precotti o cucinati da me. Quando andiamo dalla nonna, da parenti o amici, non possiamo trattenerci per i pasti a meno che non sia stata io a preparare per lei del cibo o lo abbiamo portato già pronto da casa. Dal mese scorso ha smesso di frequentare il gruppo scout con cui si trovava benissimo dicendo che sono sporchi e le fanno schifo. Cosa devo fare? Ha qualche consiglio da darmi?

Anna

Cara Anna,

Avrei sicuramente bisogno di comprendere se i sintomi che Virginia sta mostrando (che potremmo classificare di carattere ossessivo-compulsivo) siano legati all’allontanamento del papà, quando sono cominciati e cosa pensa Virginia di questi, che spiegazione si è data. Nonostante questa difficoltà azzardo delle ipotesi. Sembrerebbe che il desiderio di pulizia esteriore (di igienizzare tutto, di controllare il cibo) rimandi in qualche modo ad un desiderio di pulizia interiore; come se Virginia stesse ”ripulendo la sua vita” dalla sporcizia che papà , con il suo comportamento ha portato in famiglia. Mi viene spontaneo chiedere se papà è scomparso anche dalla vita di Virginia in qualità di genitore? Lei Anna le impedisce di vederlo o sentirlo? Virginia ha vissuto con lei l’idea dell’abbandono condividendo il fatto che papà aveva compiuto un atto “sporco”? Virginia forse si è sentita di dover in qualche modo riempire il vuoto lasciato da papà?. I bambini sono come delle spugne e assorbono con estrema facilità i malesseri degli adulti significativi, talvolta sviluppando anche un senso di colpa, assumendosi responsabilità per noi illogiche ma per loro assolutamente plausibili. Forse Virginia pensa che papà se ne sia andato perché non le voleva più bene o addirittura perché lei non era amabile e … virginea… come il suo nome!. Capita, soprattutto in caso di separazione traumatica come mi pare sia stata la sua, che i figli si facciano interpreti della precarietà familiare e per così dire si facciano carico della solitudine del genitore “abbandonato”, anche con un sintomo che può purtroppo, degenerare in una vera e seria patologia. Virginia va sicuramente aiutata ma anche lei, Anna, farebbe bene a sgravare il prima possibile Virginia di compiti che non le competono e non è’ giusto sopporti. Le consiglio vivamente di iniziare un percorso di elaborazione di quanto avvenuto e tranquillizzare Virginia sul fatto che l’abbandonata è lei (non Virginia) e che comunque queste sono questioni fra lei e il suo ex marito e dunque non le riguardano. Se lei andrà in terapia credo che Virginia comincerà a comprendere che altri si possono prendere cura della solitudine della mamma e credo che questo già le offrirà sollievo. Penso altresì che se si rivolge ad un collega che si occupa di terapia familiare (ad indirizzo sistemico relazionale) questo non mancherà sicuramente di coinvolgere inizialmente anche Virginia per rassicurarla e, appunto, sollevarla dai compiti che pare si sia assunta e che la stanno pian piano schiacciando.

Antonello Soriga

psychiatrichelp@sardiniapost.it

Psicologo e Psicoterapeuta  ad indirizzo sistemico relazionale, Soriga svolge attività clinica in regime di libera professione a Cagliari. E’ stato professore a contratto presso la facoltà di Scienze della Formazione di Cagliari e più volte membro della Commissione esami di Stato alla professione di Psicologo. Dal 2009 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari. Presiede il Centro di psicologia sistemica di Cagliari ed è responsabile scientifico dell’Associazione Sardegna Bielorussia. Tra le sue opere “L’altalena di Chernobyl”, Armando Editore, e alcune pubblicazioni accademiche.

 

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