Quando una fotografa e un’attrice di teatro si incontrano può succedere di tutto. Portatrici di culture della narrazione diverse che possono completarsi ma anche respingersi, il loro incontro non è mai banale e l’esito può essere sconcertante. Oppure straordinariamente coinvolgente.
Tutto inizia con l’incontro di Luisa Siddi Rivano con Vanessa Aroff Podda, amiche da sempre, che un giorno qualunque di due anni fa, si ritrovano a discutere di surrealismo, di surrealismo erotico, di simboli e contenuti dell’eros, indotti, prodotti, determinati. E quando si inizia così, non c’è da aspettarsi nulla di sobrio, discreto, misurato e ragionevole.
Così nasce EroScordata, opera fototeatrale per l’elaborazione collettiva di una Manifesta Erotica che, partendo dalla constatazione ovvia (ma non scontata nella nostra cultura) che la sessualità è manifestazione primaria dell’identità, concentra la sua indagine sul corpo della donna non tanto (o non solo) come merce di consumo, ma come strumento personale di piacere estetico ed erotico.
Così il corpo femminile viene sezionato, destrutturato in ogni sua parte con l’intento di riassemblarlo, alla fine del progetto, come in un surrealistico puzzle di immagini, emozioni e sensazioni che escono dall’imbarazzo, dalla ritrosia, dal luogo comune del perbenismo e per farsi parole recitate, gridate, aggrovigliate in un monologo scoppiettante e seriamente scanzonato scritto e messo in scena da Vanessa Aroff Podda all’inizio del progetto che, in attesa di future repliche, potremo vedere su YouTube (cliccare qui).
Questa prima tappa che le autrici definiscono “Alla ricerca delle tette perdute” è in mostra sino al 14 novembre alla Galleria S’Umbra in Via San Giuseppe 17 a Cagliari. Le fotocomposizioni di Luisa Siddi , stampate su tela, tratteggiano frammenti di sogni, incubi, visioni, pulsioni a ricordarci che la fotografia, come il teatro, serve a raccontare storie ma, in fondo, attraverso metafore e simbologie spesso complesse, a veicolare emozioni, a materializzare il nostro Io nascosto.
«Le foto esposte — dice Luisa Siddi — rispecchiano stati d’animo e racconti che, di volta in volta, sono emersi dall’incontro con le modelle che hanno prestato il loro corpo al progetto.» Vanessa Podda nel suo monologo urla un’urgenza di liberazione, di espressione senza metafore o pudicizie di quella sessualità femminile istintiva, fuori dalla gabbia dello stereotipo, dell’ipocrisia e del pudore.
Dopo il seno il le due artiste rivisiteranno, con le stesse armi del surrealismo, dell’ironia e della rappresentazione, ora francamente esplicita, ora enigmaticamente metaforica, altre parti del corpo, sempre alla ricerca del piacere perduto. Una rappresentazione erotica certo fuori dai canoni e dagli schemi dove alla fine, rimettendo insieme i singoli pezzi si potrà riscoprire un organismo vivo in ogni sua parte, che si abbandona senza paure o reticenze ad una consapevolezza del piacere corporeo finalmente riacquistata.
Enrico Pinna