“L’incontro tra due artisti ha sempre l’alone del mistero. La quiete prima della tempesta e, insieme, il fremito della seduzione. Potrebbe accadere tutto. O anche niente… e il fascino non ne risulterebbe scalfito. L’incontro tra Francesca Randi e Gavino Ganau ha il tocco lieve del minuetto”.
Questa la premessa di Sonia Borsato, curatrice della mostra CROSSING WORLDS dialogo visivo tra Gavino Ganau e Francesca Randi, allestita a Cagliari, nel Concept Store la Libreria di via Sulis 3A, visitabile sino a domenica 21 giugno.
“Il loro studiarsi guardinghi e ammirarsi da lontano — prosegue la curatrice — si è presto risolto in un un lungo, lento corteggiamento tra pittura e fotografia… una reciproca seduzione che travalica limiti tecnici o didascalici per sradicare ogni definizione e perdersi nell’onirico. Un percorso fatto di incastri, di sovrapposizioni e citazioni. Un cammino a zig-zag che ondeggia tra opposti. Entra in gioco ogni possibile estremo: maschile/femminile; nord/sud; colore/bianco&nero; rock/jazz. Il racconto è infinito”.
L’universo visivo di Gavino Ganau si esprime con un mondo in bianco e nero che rompe gli schemi della pittura per ispirarsi a stili e rappresentazioni vicine al fumetto o al videogame, in una sovversiva trasformazione dei canoni classici. Il risultato sono paesaggi netti, privi di sfumature, in qualche modo onirici, irreali e desolati; oppure ritratti che trasmettono un sottile senso di inquietudine, immersi in atmosfere liquide, piene di tensione, a sottolineare la precarietà in cui tutti oggi nuotiamo.
Il sogno è l’artificio narrativo con cui Francesca Randi sviluppa il suo discorso artistico. Un sogno che qualche volta ha i connotati dell’incubo, in un’atmosfera costantemente surreale e metafisica. Il sogno come ansia quotidiana, come il riaffiorare del non detto o del rimosso, sogno come rivivere il quotidiano fatto di pulsioni, di frustrazioni, di paure. L’estetica fotografica è magistralmente coerente con gli intenti espressivi, con l’uso della luce naturale che, senza interventi di postproduzione invasivi, pennella l’immagini di grande suggestione.
Il confronto tra pittura e fotografia si risolve in un pacifico incontro di tematiche spesso comuni risolte con linguaggi, tecniche, sensibilità diverse, a tratti opposte ma straordinariamente complementari. Il tema del sogno che affiora prepotentemente è un intenso richiamo alla realtà, ad un quotidiano vissuto e, spesso, sofferto. Per dirla come Georges Perec “poiché io penso che il reale non sia per nulla reale come potrei credere che i sogni sono solo sogni?”.
Enrico Pinna