Limes è un termine latino che indicava una strada delimitante un confine tra due campi. Più tardi, in età imperiale, assunse il significato di limite fortificato dell’impero. Una linea invalicabile, come il Vallo di Adriano. Chiamare Limes-Photography un’associazione culturale è, secondo Nick Arjolas, fondatore insieme a Massimiliano Perasso e Alessandro Murgia «cercare i confini dell’arte fotografica non per fermarsi al limite ma per superarlo per espanderne il territorio.»
Il primo atto della giovanissima associazione, oltre all’apertura di uno spazio espositivo permanente, la Limes Gallery, è Blaklie vol. 1, libro fotografico che nasce da un’idea dei due fondatori Nick Arjolas e Massimiliano Perasso e con la collaborazione di Lina Pallotta che ha scritto l’introduzione. Il libro, che sarà presentato sabato 17 gennaio nella sede dell’associazione in via San Giovanni 174, condensa in 400 pagine i contributi di 28 fotografi. Sarà in vendita, in edizione limitata e numerata di 300 copie, sul sito https://www.limesimages.com/blackliebook/, sul prestigioso Bookstore Archivo (cliccare qui) e, a Cagliari, da Black Market in via Iglesias 25 e da South Photo in via san Giacomo 21.
Blaklie vol. 1 nasce dal paziente lavoro di analisi e di selezione delle immagini dei numerosi fotografi che hanno prestato le loro opere. Cosa accomuna questi lavori? Quale fil rouge lega tematiche spesso distanti? Se ci riferiamo al titolo il legame è la bugia, traduzione letterale di Lie (o, se vogliamo, l’ambiguità) insita nella fotografia.
Ma non si scorge ambiguità nelle immagini pubblicate. Piuttosto emergono punti di vista, una declinazione decisa e senza tentennamenti di linguaggi espressivi lontani dai canoni estetici cari al mercato delle immagini di consumo, una ricerca di strade poco battute, quasi a cercare il “limes” dell’espressione fotografica.
Il Messico di Lina Pallotta, il Baltico di Mateusz Sarello, gli onirici paesaggi acquatici di Pierangelo Laterza, la “Bosnian identity” di Matteo Bastianelli , il reportage “Small town inertia” di J. A. Mortram che descrive le macerie di apatia e solitudine di una piccola comunità inglese alle prese con il crollo del sistema di welfare statale, sono alcune tessere del mosaico che compone il libro.
Blaklie vol. 1 presenta una impostazione stilistica omogenea, orientata al low key, alla suggestione che spesso si fa visione venata da sottili inquietudini, dove il netto si alterna con l’indefinito, il reale diventa immaginario. “Qualcuno ha messo qualcosa nei miei sogni” recita una scritta fotografata da Nick Arjolas in un muro che può appartenere a qualunque luogo del mondo. Didascalia perfetta per un affresco fatto di pochi bianchi e molti grigi, metafora precisa e puntuale della vita che viviamo.
Questa prima uscita di Limes-Photography ci consegna un accattivante collage di visioni tese a percorrere i sentieri impervi, gli scoscesi crinali di confine con il preciso scopo di andare oltre, di abbandonare le strade battute del luogo comune, dell’omologazione allo stereotipo della fotografia commerciale per abbatterne quelle barriere di convenzioni e di suggestioni estetiche imperanti.
Per scavalcare i limes, superare i Valli di Adriano fotografici e addentrarsi in sentieri di libertà dove (cito Pino Bertelli, anarchico e lucido osservatore del mondo dell’immagine) la fotografia è il pensiero della conoscenza, della riflessione e dell’incazzatura…è una traccia, l’attività di un istinto, l’epifania di un incontro e un’imprecazione contro le scenografie del precostituito…è autobiografia… autoritratto…ebbrezza…canto…lirismo.
E ritorno alla domanda iniziale: qual’è il filo che lega queste immagini? Forse uno solo: la Fotografia che rivendica con onestà il punto di vista. Quindi indiscutibilmente sincera.
Enrico Pinna