Tutto è iniziato con Sardegna Abbandonata, un sito dove sono stati classificati, descritti, fotografati e mappati luoghi dismessi di ogni tipo. Un itinerario nella storia alla ricerca di spazi un tempo abitati e produttivi e oggi in rovina.
Per l’animatore Martino Pinna era solo il primo passo: «Questo sito — disse in occasione della presentazione — è l’inizio di un progetto più vasto. L’obiettivo è la realizzazione di un film. Non un vero e proprio documentario, ma piuttosto uno sguardo onirico e fuori dal tempo su una terra che immaginiamo del tutto abbandonata dagli esseri umani o quasi».
Ora il film, titolato Adiosu, prodotto in modo indipendente tramite una raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso, è online e chiunque può vederlo, scaricarlo, riprodurlo (anche in pubblico) e modificarlo. Il regista Martino Pinna si è avvalso delle riprese di Alessandro Violi, del montaggio di Davide Lombardi, con la voce fuori campo di Gabriele Pibiri e le musiche di E. Ruggeri (ex Hogwash).
Chi si aspettava uno struggente amarcord di ricordi e di nostalgia resterà deluso. Adiosu è uno sguardo freddo, duro ed impietoso su una terra che muore di abbandono. Il film scorre su atmosfere tese, misteriose e un po’ angoscianti. Non denuncia, ma pone, piuttosto, domande senza risposta.
Ai ritmi lenti delle inquadrature, frutto di un sapiente lavoro di montaggio, si contrappone l’incessante attività degli animali che si riappropriano dei luoghi e degli oggetti. Al silenzio, rotto solo dai rumori della natura, si alterna una colonna sonora scarna, minimale e, a tratti, metallica.
Il viaggio è scandito dalle pagine del diario di un misterioso “archeologo”, venuto da un tempo indefinito, che si aggira in questi luoghi che, privati della funzione originaria e della presenza umana, appaiono, fatalmente, senz’anima. Brandelli di passato disseminati di segni e di tracce disordinate a cui si fatica a dare un senso. In questo scenario da “Day after” il misterioso visitatore osserva e si interroga su questi indizi con il distacco dello scienziato e la curiosità di un antico esploratore.
Se la galleria fotografica di Sardegna Abbandonata è cronaca chiara e minuziosa, Adiosu è tensione, assenza, silenzio, lentezza. Metafore di un tempo che non si è fermato, dove la vita continua anche senza l’uomo, ma secondo ritmi diversi: quelli della natura, che ne cancella a poco a poco il ricordo e il senso del suo passaggio.
Il film fotografa un mondo sospeso in un tempo indefinito, tra passato e futuro. Lo fa in un modo sorprendentemente diverso e, a suo modo, onirico e poetico. Un finale aperto a tante chiavi di lettura chiude un racconto pieno di pathos e di simboli da decifrare e decodificare, secondo una grammatica visuale necessariamente lontana dagli stereotipi tradizionali.
Un lavoro encomiabile, in cui hanno creduto gli oltre 150 sottoscrittori delle quote di autofinanziamento, a testimonianza che un progetto convincente può trovare strade di sostegno diverse dai soliti soldi pubblici.
Enrico Pinna