Nuovo Piano casa, Legambiente contro: “Mattoni a pioggia, coste non tutelate”

Legambiente all’attacco del disegno di legge sul Piano Casa della Giunta Solinas approvato a dicembre e appena trasmesso al Consiglio regionale. “Prevede inaccettabili modifiche del Piano paesaggistico regionale”, contesta l’associazione a proposito del ddl che sta per approdare in commissione Urbanistica ma in Aula dovrebbe entrare solo dopo il via libera alla manovra Finanziaria 2020, quindi dopo il 31 marzo.

Secondo gli ambientalisti “nel testo compaiono la riduzione del valore paesaggistico delle aree interne, edificazioni a pioggia nelle zone rurali e naturali, incrementi volumetrici anche nella fascia costiera dei 300 metri”. Nei ventuno articoli del provvedimento che porta la firma dell’assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna c’è spazio infatti per gli incrementi nelle strutture turistico ricettive che ricadono nelle zone F (turistiche) e, per quanto riguarda le campagne, l’edificazione di fabbricati per fini residenziali è consentita anche ai non imprenditori agricoli. Vincenzo Tiana di Legambiente Sardegna ha ricordato che “nelle zone F è prevista persino la riapertura di lottizzazioni convenzionate” e che “è contemplato l’utilizzo residenziale di seminterrati, nonché la permanenza in spiaggia di strutture per la balneazione per dodici mesi”.

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E, se queste misure fossero applicate, “il risultato sarebbe il progressivo degrado paesaggistico ambientale del territorio, l’incremento della pericolosità idrogeologica e la perdita di valore (anche turistico) del territorio costiero e interno”. Tiana ha illustrato i punti “più impattanti” del ddl assieme alla presidente regionale di Legambiente Annalisa Colombu, la direttrice Marta Battaglia e Stefano Ciafani, presidente nazionale dell’associazione che ha sottolineato come “la Sardegna sia stata fino ad oggi un esempio nazionale sulle norme paesaggistiche, visto che ha messo in campo una normativa, il Ppr, che salvaguardia uno dei principali tesori dell’Isola e del Paese”. Ora, dice Ciafani, “c’è il rischio che da esempio da seguire la Sardegna diventi esempio da non seguire: questo ddl rappresenta l’idea preistorica che per far ripartire l’edilizia si debba necessariamente costruire ex novo”.

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