Cavallette, Coldiretti: “Noi pronti coi trattori, sono meglio degli insetticidi”

Alessandra Carta

Pensare di bonificare 400 milioni di metri quadrati di Sardegna, come fosse un condominio, non è una strada che convince Coldiretti. Per fermare l’invasione di cavallette, l’associazione gialloverde lancia la sua controproposta alla Giunta di Christian Solinas, soprattutto adesso che l’azione della task force regionale ha appena cominciato un intervento tanto nocivo quanto inutile: utilizzando un insetticida che si chiama deltametrina, i tecnici dell’agenzia Laore hanno stato disinfestato l’1 per cento di quei 40mila ettari dove, tra Sarule, Bolotana e Ottana, stanno proliferando miliardi di celiferi. Ma gli effetti sono praticamente nulli perché il numero di cavallette ammazzate ‘chimicamente’ è nettamente inferiore rispetto alla capacità riproduttive degli stessi animali.

La premessa è questa: nella media Valle del Tirso era il 2019 quando si è registrata la prima presenza anomala di celiferi, come raccontato da Sardinia Post in questo approfondimento utilizzando numeri e dati storici di Coldiretti. Ma la denuncia alla Giunta cadde nel vuoto. L’assessorato all’Agricoltura, guidato da Gabriella Murgia, si è rimpallato le responsabilità con gli uffici dell’Ambiente dove il timone ce l’ha Gianni Lampis. Risultati: l’invasione di cavallette è arrivata a estendersi su 40mila ettari.

Coldiretti, attraverso Luca Saba e Alessandro Serra – direttore regionale il primo, parigrado nella sezione Nuoro-Ogliastra il secondo – propongono l’utilizzo dei trattatori. “La nostra base è pronta a mettere a disposizione i propri mezzi“. Scienza e saggezza insieme. “Le cavallette – spiegano i due manager di Coldiretti – depongono le uova a una profondità di cinque-sei centimetri. Arando i terreni, vengono portate in superficie, dove le condizioni climatiche non sono più favorevoli alla loro schiusa”. La catena riproduttiva viene così fermata alla radice.

Coldiretti si mette al servizio della politica a una condizione: “Per i nostri agricoltori chiediamo il pagamento del lavoro. Una tariffa oraria a cui vanno aggiunti i costi di carburante e usura dei mezzi”. Basti pensare che “per arare un ettaro servono tra i 10 e 15 litri di gasolio agricolo”. Non più tardi di sabato, proprio sul tema delle spese fisse, l’associazione ha spiegato che ci sono stati “rincari del 130 per cento. Il prezzo a litro è passato nel giro di un anno da 0,69 euro a 1,56“.

L’utilizzo dei trattori per fermare la proliferazione delle cavallette ha prima di tutto il vantaggio di essere una soluzione verde. “Che non altera l’ecosistema – sottolinea Serra -. Sebbene la deltamtrina non sia una delle sostanze più nocive, il suo utilizzo andrebbe limitato a quelle aree di difficile accesso, dove appunto i trattori non possono arrivare. Pensiamo, ad esempio, agli argini dei fiumi”.

Come alternativa all’uso dei trattori e sempre senza l’impiego di insetticidi, l’associazione gialloverde suggerisce pure “l’impiego del fuoco controllato, da utilizzare col monitoraggio di Corpo forestale, Protezione civile e Compagnia barracellari. O anche l’Esercito, visto che siamo nel pieno di una calamità naturale”.

Insomma, Coldiretti riesce a guardare oltre la paralisi della Giunta Solinas mettendo sul tavolo tutta una serie di soluzioni che aprono scenari meno drammatici rispetto all’attuale emergenza. “Qualunque sia la soluzione che la politica intende adottare – continuano Saba e Serra – l’Unità di progetto resta il perimetro operativo entro cui attuare le azioni, sul modello della lotta alla Peste suina. Solo con una cabina di regia a cui vengono assegnati pieni poteri, la piaga delle cavallette può essere arginata in tempi abbastanza rapidi e senza conseguenze per l’agricoltura e la pastorizia della Sardegna”.

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