“E’ stata una Ostar estremamente impegnativa, sono contento di essere qui sano e salvo”, sono queste le prime parole del velista sardo Andrea Mura, primo al traguardo della transatlantica in solitario, salpata da Plymouth il 29 maggio scorso. Tempo di percorrenza: 17 giorni, 4 ore, 6 minuti, 19 secondi.
Quasi una gara ad eliminazione, visto che quattro potenti burrasche in successione hanno decimato la flotta, costringendo al ritiro i due terzi dei concorrenti.
In particolare l’ultima, quella che tutti hanno definito la Tempesta Perfetta, con venti oltre i 60 nodi e onde di 15 metri, che ha costretto all’abbandono della propria imbarcazione l’altro italiano, la giovane promessa Michele Zambelli, tratto in salvo dalla Guardia Costiera canadese con un salvataggio da film d’azione.
Non ha ottenuto il record stabilito da Giovanni Soldini nel 1996: era uno degli obiettivi non dichiarati di Mura, che aveva scelto una rotta nord tra Islanda e Groenlandia all’inizio della regata per aggirare la prima depressione ma anche per cercare quei venti che gli hanno consentito da subito di guadagnare molto vantaggio.
Il record tuttavia sarebbe stata solo la ciliegina sulla torta di una vittoria che sa di leggenda: nessuno infatti aveva prima d’ora vinto 3 edizioni di fila, e Mura ha messo nel suo palmares la Twostar 2012 (con record), la Ostar 2013 e ora la Ostar 2017. E’ stata comunque un’edizione “unica” per le terribili condizioni meteo, per il numero di concorrenti ritirati, per la latitudine raggiunta dallo stesso Mura (56° nord) mai tentata da nessuno skipper in questa gara.
Nei momenti immediatamente successivi alla vittoria del 2013 aveva giurato che non l’avrebbe mai più fatta: ora Andrea non si pronuncia più sull’argomento ma certamente Vento di Sardegna ha ottenuto tutto ciò che si poteva da questa difficilissima regata e parteciparvi nuovamente non avrebbe davvero senso.
“Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito tramite giornali, TV e web, ed anche tramite i social, so che sono stati centinaia di migliaia, mi hanno fatto sentire un affetto ed una vicinanza incredibili – sottolinea Mura – anche in mezzo all’Oceano non mi sono mai sentito veramente solo. Vorrei ringraziarli ad uno ad uno”
“Ringrazio anche i nostri sponsor tecnici, veri e propri partner, grazie a loro questa barca è arrivata qui praticamente senza danni – aggiunge Mura – Ricordiamo che Vento di Sardegna è un progetto del 1997, partorito dal genio italiano di Felci. E’ una barca attempata, che abbiamo migliorato nel corso degli anni, ideale per regate impegnative come la Ostar”. (Foto di Daniela Faranna)