Il Cagliari è alla deriva, ma pagano solo Godin e Caceres

Dopo il crollo del Cagliari con l’Udinese, Mazzarri è uscito indenne dalle macerie. A salvarlo è stato il direttore sportivo Stefano Capozucca che si è presentato al suo posto davanti alle telecamere al termine dello 0-4 casalingo, spostando l’attenzione e la tensione solo su alcuni rossolbù: “Qualche giocatore non è degno di indossare questa maglia, non voglio più vedere certe facce”. Dalla difficile trasferta del martedì sera allo Stadium della Juve di facce ne sono state escluse solo due, quelle dei giganti della Celeste che in Sardegna si sono rivelati puffi: Diego Godin (36 anni a febbraio) e Martin Caceres (35 anni ad aprile).

C’è voluto tempo perché la società arrivasse a mettere in pratica quello che buona parte della tifoseria chiede da tempo ma se col capitano dell’Uruguay c’è chi ci ha continuato a sperarci, non è mai scoccata la scintilla con l’ex bianconero. Il Cagliari e i suoi tifosi tante volte si sono trovati in cattive acque e altrettante volte hanno dovuto lottare, ma vedere la squadra al tappeto in questo modo sta creando forti tensioni tra i sostenitori. Durante la gara di Coppa Italia col Cittadella è andata in scena la dura protesta della Nord contro la società. Ma anche mentre l’Udinese prendeva a ceffoni i rossoblù (che avevano ancora i lividi nerazzurri) non è mancato il sostegno della curva Nord, nonostante gli altri spettatori fossero impietriti da quello scempio. Ma appena gli Sconvolts hanno mandato a quel paese il presidente Giulini c’è stata una reazione compatta: dai distinti, dalla Sud ma anche da buona parte della Tribuna il coro di disappunto è stato unanime.

Tra chi sogna un cambio in panchina, chi un mercato senza altri errori grossolani e chi spera in un passaggio societario, era difficile aspettarsi che il passo successivo alla batosta sarebbe stato invece vedere il direttore sportivo licenziare giocatori in diretta tv. La società calcistica è una piramide, coi suoi ruoli ben definiti, e quando ex campioni hanno forse perso gli stimoli non si può attribuire loro tutta la responsabilità. C’è chi compra i giocatori, c’è chi sceglie l’allenatore, poi spetta a lui decidere come mandarli in campo e sono gli atleti a dover seguire i suoi ordini. In tutti i passaggi di questo meccanismo, però, ci sono stati errori. La società ha cercato giocatori sul viale del tramonto, sperando che si scaldassero nel Golfo degli Angeli. L’estate si è chiusa invece con il tribolato addio di Nainggolan (che molti vorrebbero ritrovare nella calza della befana) .

Dopo un brutto inizio di stagione col riconfermato e poi allontanato Semplici, la squadra senza carattere – con palesi tensioni dentro lo spogliatoio – è stata affidata a un mister di polso (con un super-contratto triennale), ma Mazzarri non sembra aver trasmesso nulla della sua esperienza ai giocatori. Ora la situazione è drammatica, ma il livello delle ultime in classifica è così basso (la salvezza è a 3 punti) che potrebbe bastare poco per uscire dalla sabbie mobili: più che meritate con una sola vittoria (una) in 18 giornate e otto reti subite in sei giorni. Per chiudere l’anno arriva la trasferta a Torino con la Juve e la strada non sembra in discesa. Ma anche in queste condizioni i tifosi continuano a credere nel Cagliari e, a questo punto, possono credere pure a Babbo Natale e chiedere qualche punto in regalo.

Marcello Zasso

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