Era il 1652 quando nella città di Cagliari, al seguito di una nave spagnola, arrivò una terribile epidemia di peste. Il male non lasciò scampo e morirono moltissime persone. La municipalità decise allora di invocare Sant’Efisio, il martire guerriero originario di Antiochia, nell’odierna Turchia, che nel 303 d.C. venne decapitato a un passo da Cagliari, sulla spiaggia di Nora, per non aver rinnegato la sua fede. Il racconto del suo martirio tramanda che in punto di morte Efisio chiedesse protezione per la città con queste parole: “Ti chiedo anche, o Signore, di difendere questa città dal popolo cagliaritano, dalle incursioni dei nemici e fa che si allontanino dal culto degli idoli e respingano gli inganni dei diavoli e riconoscano come vero, unico Dio, Gesù Cristo, Nostro Signore. E quanti fra loro soffriranno per qualche malattia, se verranno nel luogo dove sarà posto il mio corpo, per recuperare la salute o se altrimenti si troveranno stretti dai flutti del mare o saranno oppressi da popoli barbari o saranno rovinati da carestie o da pesti, dopo aver pregato me, servo tuo, siano salvi per Te, Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, Luce dalla Luce, e siano liberati dalle loro sofferenze”.
Quattro anni dopo la promessa, la città fu liberata dall’epidemia. Ogni anno, da allora, il simulacro del santo, una delle tre statue lignee custodite in città, viene portato in processione dalla chiesa di Stampace a Nora; quattro giorni dopo il santo torna in città. Solo in due occasioni la processione non partì: nel 1794 Cagliari era in stato d’assedio per una rivolta popolare (ma venne recuperata poche settimane dopo); nel 1917, con tanti uomini al fronte, gli organizzatori decisero di annullare la festa. La municipalità di Cagliari non venne meno neppure nel 1943, anno dei terribili bombardamenti degli aerei inglesi sulla città: esiste un commovente video che mostra il santo scortato dai fedeli e dai militari che attraversa i quartieri storici in mezzo alle macerie.
L’organizzazione. Il simulacro e i suoi tesori sono custoditi dall’Arciconfraternita del Gonfalone sotto l’egida di Sant’Efisio di origine cinquecentesca; agli stessi confratelli, circa 130 tra uomini e donne, è affidato l’allestimento della chiesa e la preparazione del simulacro e l’organizzazione della festa e di tutte le uscite in processione del santo (tra cui quella del giovedì Santo e del Lunedì di Pasqua come scioglimento di altri due voti della città). Pochi giorni fa inoltre, con un appuntamento fuori dal calendario istituzionale, hanno organizzato un pranzo solidale alla mensa del Buon pastore. Particolarmente importante il ruolo del Terzo guardiano, quest’anno affidato a Gianni Melis, scelto tra la Guardiania, scorta d’onore a cavallo del santo.
I numeri della Festa. Centocinque Comuni partecipanti insieme a novanta associazioni, 3.153 devoti lungo il percorso, 2.605 a piedi, 247 a cavallo, 19 traccas. Sono alcuni dei numeri della 362esima edizione della festa di Sant’Efisio. Fede, tradizione, ma anche turismo: quest’anno ci saranno 10mila ospiti in più in concomitanza con l’approdo a Cagliari di due maxi-navi da crociera.
Il programma. La mattina della Festa, nella piccola chiesa di Stampace, alle sei ci sarà il rosario e di seguito le messe celebrate dal cappellano dell’Arciconfraternita don Francesco Farris e da monsignor Ottavio Utzeri. Particolarmente sentita è la messa in presenza dell’Alter Nos, la figura che oggi rappresenterà la Municipalità di Cagliari, quest’anno scelto in Lino Bistrussu; l’Alter Nos indosserà frack e cilindro e il prezioso Toson d’Oro, un medaglione in oro massiccio donato nel 1679 da Carlo II re di Sardegna e d’Aragona. Alle 12 Efisio lascerà la chiesetta su un grande cocchio dorato, che conterrà anche gli ex voto donati dai fedeli al santo, trainato da una coppia di buoi. Attraverserà il quartiere e raggiungerà via Roma intorno alle 13; qui passerà davanti alle tribune sistemate davanti al Municipio, accompagnato dalle sirene delle navi del porto. Il santo passerà sopra sa ramadura, un variopinto, profumatissimo tappeto di petali lanciati dai tremila devoti in abito tradizionale e dalle 19 traccas che precedono la processione. Ci saranno, come di consueto, i cori polifonici e i musicisti con launeddas. Dopo il passaggio in via Roma e poi in via Sassari e sul ponte della Scafa la processione proseguirà verso Giorgino. Qui cambierà le vesti solenni e lascerà il cocchio dorato per un carro più semplice. Le altre tappe della giornata, dalle 16,30, saranno la processione da ‘Su Loi’ a Maddalena Spiaggia con la celebrazione di una messa, Villa d’Orri dei marchesi Manca di Villa Hermosa, dove viene officiata la benedizione eucaristica, e infine verso le 23 arriverà a Sarroch, nella chiesa di Santa Vittoria.
Il viaggio di Efisio proseguirà mercoledì 2 maggio. Alle 7 del mattino nella chiesa di Sarroch verrà celebrata una Messa solenne. La processione proseguirà verso Villa San Pietro e poi a Pula, con arrivo alle 14,30; qui l’Alter Nos cagliaritano lascerà nelle mani del sindaco Carla Medau la responsabilità del Rito. L’arrivo a Nora è previsto per le 19. A Nora, dopo messe e commemorazioni, il santo sarà portato la sera del 3 maggio in processione lungo il litorale attraverso i luoghi del martirio (qui a sinistra un’immagine del 2017), che secondo la tradizione avvenne il 15 gennaio 303 d.C. Per l’occasione, il Comune di Pula ha previsto un servizio di bus navetta gratuito.
Il ritorno e lo scioglimento del voto. Il 4 maggio il santo, ancora scortato dai fedeli, tornerà a Cagliari: i fedeli accompagneranno il santo con un viaggio che inizierà alle 7,30 del mattino e toccherà Pula, Villa San Pietro, Sarroch, Villa d’Orri Su Loi, Maddalena Spiaggia e Giorgino. Con la successiva processione notturna illuminata dalle fiaccole Efisio rientrerà in chiesa entro la mezzanotte. Solo allora il Terzo Guardiano dell’Arciconfraternita comunicherà all’AlterNos, in rappresentanza del sindaco di Cagliari, la formula solenne “Il voto è stato sciolto”.
F.M.