Zona arancione, due piste per Solinas: “Spero in buonsenso o faremo ricorso”

Il presidente della Regione minaccia lo scontro ma, non sapendo come andrebbe a finire, cerca prima una soluzione pacifica per rimediare al brutto colpo della classificazione dell’Isola in zona arancione. “Abbiamo già pronto un ricorso in sede amministrativa che speriamo di non dover attivare perché conto che prevalga il buonsenso”, questa è la strategia di Christian Solinas per cercare una via d’uscita alle pesanti restrizioni in cui è piombata la Sardegna da un giorno all’altro. Quando stavano riaprendo i musei con bar, ristoranti e locali che stavano cominciando a prendere fiato con le aperture domenicali è arrivata la stangata che potrebbe avere effetti letali su tantissime attività. Il Governo ha assicurato che la classificazione è automatica e bisognerà passare tutte e due le settimane con le rigide misure da zona arancione, ma la Regione spera di uscire dal pantano: con la diplomazia o col braccio di ferro.

“Temiamo che la classificazione che il Governo ci ha attribuito sia assolutamente erronea e non tenga conto della reale situazione della Sardegna – ha spiegato Solinas -, per questo abbiamo attivato da subito le interlocuzioni e dimostrato coi numeri che si può ritornare ad essere zona gialla. Se non ci daranno ascolto, ci difenderemo e tuteleremo la Sardegna e i nostri operatori commerciali in tutte le sedi“. Il presidente della Giunta ribadisce che, secondo lui, ci siano gli estremi perché sull’Isola torni a sventolare la bandiera gialla. “Abbiamo detto fin dal primo momento che l’attuale classificazione è assolutamente sbagliata – aggiunge Solinas -, penalizza pesantemente tutto il settore produttivo sardo e gli operatori commerciali, mettendo ulteriormente in crisi l’economia dell’Isola. Occorre quindi un intervento immediato per modificare la classificazione, che da arancione deve tornare gialla”.

L’inquilino di Villa Devoto si dice pronto ad alzare la voce contro le decisioni dei Palazzi romani, che sono in piena crisi politica e hanno anche altre distrazioni: “Abbiamo tutti i requisiti per essere in zona gialla. Noi non abbiamo voglia di fare contrapposizioni sterili. Abbiamo fornito al Governo e al ministero tutte le evidenze numeriche che dimostrano come la Sardegna non sia in condizione di rischio in questo momento, e possa quindi mantenere la zona gialla”. Non sarà facile vincere la guerra dei numeri, soprattutto all’ultimo momento, come con l’inagurazione di nuovi posti in terapia intensiva arrivata poche ore dopo la mazzata della zona arancione ma – soprattutto – molti mesi dopo l’inizio dell’emergenza nell’Isola.

M.Z.

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