Zedda lascia il Comune per la Regione. Ma non è detto che Cagliari torni al voto

Massimo Zedda ha scelto: il sindaco di Cagliari lascia la fascia tricolore per il Consiglio regionale, dove è stato eletto in virtù delle oltre 250mila preferenze raccolte alle urne del 24 febbraio scorso. Un consenso del 33 per cento, secondo candidato presidente più votato dopo Christian Solinas.

Zedda ha annunciato la proprio decisione a Fordongianus, il centro dell’Oristanese scelto per riunire la coalizione civico-politica di centrosinistra con la quale il sindaco si è presentato alle elezioni. Otto liste in tutto, rispetto alle quali Zedda ha preso quasi 38mila preferenze in più. Un distacco enorme e politicamente significativo che il neo consigliere ha deciso di onorare tornando nella massima assemblea regionale, di cui è stato un rappresentante anche nel 2009. E sino all’elezione a sindaco, due anni dopo.

Nell’Aula di via Roma, Zedda sarà il leader del centrosinistra. E proprio all’esercizio del “ruolo di oppositore e di opposizione al governo regionale” il sindaco ha fatto riferimento quando intorno a mezzogiorno ha ufficializzato la proprio decisione. “Non posso che essere tra voi in questa battaglia in Consiglio – ha esordito -. Ringrazio chi mi suggerisce di continuare a fare il sindaco, ma se si decide di contrastare un’altra coalizione, lo si fa nelle sedi proprie”.

Il futuro leader dell’opposizione in Consiglio lancia un appello al Movimento 5 stelle. “A mio parere ci si dovrebbe rivolgere ai gruppi dirigenti del M5s – ha spiegato Zedda ai giornalisti – perché mi preoccupa moltissimo per il futuro della Sardegna la vittoria del centrodestra con questa articolazione che non ha al suo interno una presenza forte di elementi moderati, ma una fortissima di elementi di estrema destra”.

Zedda ha provato subito a tirare le fila della nuova minoranza di via Roma che conta diciotto seggi. “Oggi – ha proseguito Zedda – tutti noi siamo più forti, uniti come centrosinistra, in un modo che non succedeva da tanti anni”. Quindi una battuta sulla sfida del 24 febbraio. “Abbiamo vissuto un sogno (quello di governo la Sardegna), ma non è stato invano perché ha prodotto consenso. Adesso ci attende la sfida per la Regione contro i populisti e i sardo-fascisti del nostro tempo, contro i rottami del vecchio centrodestra bramosi di sferrare l’assalto alla dirigenza dopo
anni e anni di digiuno”. Zedda ha sottolineato che “sarà una battaglia non facile, anche perché la legge elettorale ci condanna a un rapporto di forza nettamente sfavorevole. Ma ce la metteremo tutta con forza e passione, vedremo di far perdere qualche chilo al neo presidente Solinas”.

Quanto all’aspetto strettamente tecnico, ovvero gli effetti che la decisione di Zedda avrà in Comune, il sindaco ha detto: “Nei prossimi giorni vedremo le modalità”. Le opzioni sono due: dimettersi o farsi dichiarare decaduto una volta proclamato in Consiglio. Nel primo caso, avrebbe venti giorni per ripensarci, dopodiché la Regione nominerebbe un commissario per traghettare il Comune fino ad elezioni del 2020. Invece: perché Cagliari vada al voto in primavera, in coincidenza con le Europee di maggio, Zedda dovrebbe lasciare l’incarico entro il 16 marzo. Cambia tutto con la soluzione della decadenza: questa strada consentirebbe alla vice sindaca, Luisanna Marras, di prendere il posto Zedda e portare a termine la consiliatura, sino alla scadenza naturale di giugno 2021.

QUI L’AUDIO COL DISCORSO DI ZEDDA

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