Voto anticipato con gli stessi candidati: le liste fotocopia sono una possibilità

È concreta la possibilità che alle urne delle Politiche bis a luglio o in autunno – si presentino gli stessi candidati: l’ipotesi rimbalza informalmente da varie forze politiche e sta prendendo forma in virtù del fatto che questa legislatura senza una maggioranza rischia di non cominciare nemmeno. E sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica, visto che i governi De Gasperi VIII, Fanfani I e Andreotti I si erano almeno presentati alle Camere per provare a ottenere la fiducia, poi negata. Invece l’Esecutivo ‘neutro’ che auspica il presidente Sergio Mattarella potrebbe non nascere direttamente.

La possibilità delle liste fotocopia segue un ragionamento che mina nel profondo il già difficile rapporto tra cittadini e politica: perché a luglio o in autunno si tornerebbe al voto con la stessa legge elettorale, quindi col rischio di un verdetto elettorale identico. Per di più in corsa ci sarebbero candidati uguali, ciò che sulla carta non offre alcuna motivazione a esprimere una preferenza diversa rispetto al 4 marzo con l’obiettivo di far emergere una maggioranza netta e garantire la governabilità del Paese.

Stava iniziando dicembre dell’anno scorso quando il Censis, l’istituto socio-economico di ricerca, pubblicò un report sulla fiducia degli italiani nei partiti: venne fuori che l’84 per cento del campione intervistato disse di non crederci più. Oggi quella percentuale potrebbe essere ancora più alta, specie se si considera che sulle spalle dei contribuenti saranno caricati altri 400 milioni, perché tanto è stato speso per Politiche di due mesi fa.

Mettendo insieme costi (elevatissimi) e benefici (non automatici) di nuove elezioni, si creano le condizioni per spingere i cittadini verso un astensionismo da record, con oltre il 50 per cento di non votanti. E in un Paese come il nostro, tradizionalmente segnato da una robusta partecipazione al voto, sarebbe il segno di una preoccupante emergenza democratica.

Come i partiti possano riuscire a far digerire ai cittadini nuove Politiche senza correggere la legge elettorale e con liste fotocopia, si capirà nelle prossime settimane, non appena arriverà la conferma sul ritorno alle urne. Dal canto loro, i parlamentari in carica avvertono come profondamente ingiusta la rinuncia alla ricandidatura dopo aver centrato un traguardo che sa di lotteria, non solo per l’esperienza umana e civica, ma anche e soprattutto per uno stipendio che supera di molto la media delle retribuzioni in Italia.

A corroborare l’ipotesi delle liste fotocopia, c’è pure il fatto che sono state le segreterie dei partiti a scegliere, in totale autonomia, i candidati del 4 marzo. Quindi non hanno vincoli di sorta con nessuno. Solo il Movimento Cinque Stelle è ricorso alla consultazione degli iscritti con le Parlamentarie sulla piattaforma Rousseau. Ma questa soluzione ha riguardato unicamente i nomi delle liste proporzionali, mentre chi ha corso nelle circoscrizioni uninominali è stato scelto direttamente dallo staff di Di Maio. E visto che in casa M5s la deroga alla democrazia diretta ha smesso di essere un tabù, non c’è motivo perché i vertici del Movimento non tornino a imporre liste identiche a quelle del 4 marzo.

Tra i Cinque Stelle l’unico vero ostacolo è rappresentato dal limite del secondo mandato, diventato un mantra dell’antipolitica. Sul punto Sardinia Post ha sentito Mario Puddu, sindaco uscente di Assemini e coordinatore della campagna elettorale degli M5s in Sardegna. Puddu dice: “Premettendo che tra un mese, quando lascerò il Comune, sarà anch’io un semplice militante, ogni decisione sulle regole interne spetta al al movimento, a livello nazionale. E tra le regole interne andrà anche deciso se pochi mesi di legislatura, per di più senza un governo, vadano considerati o meno un mandato pieno. A occhio e tendenzialmente mi viene da pensare che prevarrà l’ipotesi di non computare questo periodo nel conto”. Così il primo a salvarsi sarebbe lo stesso aspirante premier (ormai ex) Luigi Di Maio e con lui in Sardegna i deputati Emanuela Corda e Andrea Vallascas. Gli altri quattordici eletti dei Cinque Stelle sono tutti al primo mandato (qui i nomi)

Nell’Isola le candidature delle Politiche faranno parte di un più ampio scacchiere, visto che a febbraio del 2019 (marzo al più tardi) si vota per le Regionali. Ma quanto più le due elezioni saranno vicine, tanto maggiore diventerà la possibilità che l’esito delle prime condizioni quello delle seconde. Anche nella composizione delle liste.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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