Vendite immobiliari, l’attacco di Zedda: “Solinas chiarisca oppure si dimetta”

Dodici domande e un solo obiettivo: chiarire la vicenda immobiliare che vede coinvolto il presidente della Regione, Christian Solinas. Interrogativi, quelli posti dal consigliere regionale dei Progressisti, Massimo Zedda e pubblicati sulla pagina Facebook che cercano di ricostruire i passaggi, fare luce sulle operazioni e soprattutto mettere alle strette il governatore con tanto di invito alle dimissioni, ovviamente in assenza di chiarimenti. L’esponente dei Progressisti ricostruisce i fatti riportati in diverse puntate dal Fatto Quotidiano (leggi qui). Zedda punta il dito sui silenzi del presidente, colpevole di “non rispondere alle domane dei giornalisti e di non sentire il bisogno di chiarire la sua posizione agli occhi dell‘opinione pubblica“. Ancora, il consigliere regionale sottolinea che “quando si ricoprono incarichi pubblici si è giustamente obbligati al massimo della trasparenza. Tutti noi siamo tenuti alla pubblicazione annuale, nei siti istituzionali, della nostra situazione patrimoniale e di ogni sua variazione”.

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Questo il preambolo prima delle domande alle quali dovrebbe rispondere il governatore. “La tentata vendita dei terreni e degli immobili, il denaro che le sarebbe stato versato (400.000 euro a titolo di caparre), il mutuo da 880.000 euro che avrebbe ottenuto dal Banco di Sardegna (banca che gestisce la tesoreria della Regione), l’importo di 30 milioni di euro per una transazione, approvata con delibera, tra la Regione e alcuni privati promotori della finanza di progetto su Nuoro e provincia, il fatto che i privati che sembrerebbe abbiano versato il denaro intrattenessero e intrattengano rapporti economici con la Regione, sono frutto di fantasie giornalistiche o corrispondono al vero?”. Poi la richiesta di sapere se la vendita degli immobili è stata curata da un’agenzia e nel caso da quale. “L’agenzia ha mostrato, e lei possiede – scrive Zedda – diverse proposte d’acquisto inviate con lettera raccomandata o con possibilità di riscontro temporale, che dimostrino una pluralità di soggetti interessati ai terreni prima e agli immobili poi?”. L’affondo poi è nel chiedere se Solinas avverta “imbarazzo nell’intrattenere rapporti d’affari con imprenditori che ricevono affidamenti diretti e appalti dalla Regione da lei amministrata?”.

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Ancora: ” Le sembra corretto, a pochi mesi dalla scadenza del contratto di tesoreria con possibilità di proroga per ulteriori tre anni, rivolgersi, per un mutuo personale, alla stessa banca che gestisce le risorse dell’istituzione pubblica che lei amministra? È vero che lei ha pagato quegli immobili circa 50.000 euro e che coloro che volevano acquistarli le hanno offerto 550.000 euro? Chi ha fatto la perizia sugli immobili? Solo lei trova acquirenti smemorati che le danno 400.000 euro, si dimenticano di dare il saldo e non registrano l’atto di compravendita? Solo lei trova acquirenti così generosi che, volendo dare un acconto, erogano a titolo di caparra la metà del valore dell’intero immobile o dell’intera area? Chi ha stabilito il valore di 100.000 euro a ettaro per i quattro ettari che lei avrebbe venduto? Che fine hanno fatto le caparre che parrebbe le siano state versate?”. L’ultima domanda esula dalla questione immobiliare, ma l’occasione è troppo ghiotta per non inserire anche la vicenda che vedrebbe il presidente della Regione prepararsi a una carriera nel Tar. Infine, l’affondo: “Lei, presidente, è imbarazzante per se stesso e per la Regione che amministra. Risponda, chiarisca o si dimetta“.

M. S.

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