Truzzu racconta la Cagliari del futuro: “La città deve abbracciare il suo mare”

Nel febbraio del 2019 gli elettori lo avevano confermato in Consiglio regionale e, dopo un mandato tra i banchi dell’opposizione, Paolo Truzzu era pronto ad avere un ruolo di primissimo piano nella maggioranza di Christian Solinas. Ma quando Massimo Zedda ha deciso di dimettersi da sindaco di Cagliari, l’esponente di Fratelli d’Italia ha deciso di tentare la corsa al Municipio della sua città. L’intera coalizione di centrodestra lo ha supportato e il 16 giugno 2019 è riuscito a conquistare la fascia tricolore. L’uscita di scena anticipata del predecessore, arrivata mentre in città c’erano cantieri per le piste ciclabili e partiva la difficile rivoluzione della raccolta dei rifiuti, ha spianato la strada a Truzzu che, vinte le elezioni al primo turno, si è dimesso da consigliere regionale e ha cambiato la bandiera sopra Palazzo Bacaredda. A due anni dal suo ingresso in Comune, racconta la città.

Parte del suo elettorato è rimasta delusa perché qualcuno era convinto che spazzasse via tutte le piste ciclabili.

Sfido chiunque a trovare una mia dichiarazione in cui dico che le avremmo cancellate. Noi non ne abbiamo fatto neanche una, ma stiamo portando a termine quelle che erano già state progettate e aggiudicate.

Non sempre tutto è filato liscio, qualche cantiere si è rivelato un pasticcio.

Il caso di via Fiorelli però è emblematico, ci sono stati degli errori e siamo intervenuti. Non facciamo scelte ideologiche, ma cerchiamo le soluzioni migliori: nella pista ciclabile tra via della Pineta e via Pessina siamo riusciti a non toccare i parcheggi vicino a piazza Maxia. Anche se portiamo avanti le piste programmate in precedenza, alcune le abbiamo corrette e modificate.

Sono tante le pratiche lasciate in sospeso dalla precedente amministrazione e una collaborazione sarebbe stata utile. Invece Massimo Zedda ha detto che non vi sentite mai.

Non ho mai fatto un passaggio di consegne col sindaco uscente, si era dimesso e in Municipio ho trovato il commissario straordinario: il passaggio l’ho fatto solo con lui. In certi casi si collabora perché determinate cose vadano avanti, per il bene della città.

Invece?

Niente, non c’è stato niente.

È solo contrapposizione politica?

Non da parte mia. Sento tutti, sono a disposizione di tutti e non ho mai avuto problemi a confrontarmi con esponenti del centrosinistra o riconducibili a quell’area. Ho incontrato persone come Renato Soru, Antonello Cabras e la rettrice uscente Maria Del Zompo. Non ho nessuna difficoltà a dialogare, ma se qualcuno viene qui e cerca di darmi lezioni… scelgo io cosa fare.

In Consiglio comunale, come sono i rapporti con l’opposizione?

Sono sempre disponibile al dialogo e ho cercato di coinvolgerli. Consideri che ho scelto di presentare gli atti del bilancio ai capigruppo prima di portarli in Giunta. Invece stanno sempre cercando pretesti e sono molto polemici. Anche sul futuro dello stadio hanno perso l’occasione tirando fuori un fastidioso atteggiamento da maestrini. A volte si sbaglia, è vero, ma sembra che loro non l’abbiano mai fatto e stanno sempre lì col ditino puntato…

Anche in casa le acque sono agitate, come sta la maggioranza?

Sta bene. Quando ci sono modifiche all’interno dei gruppi consiliari ci sono fibrillazioni, ma sono cose naturali. Cerco sempre di pensare al bene della città, prima che agli equilibri.

Prima ha sostituito l’assessore Spano e ora ha tolto le deleghe a Paola Piroddi. Cambierà solo quella casella o arriverà un rimpasto?

Mi occupo di governare la città, prima ci sono da risolvere tanti problemi e poi ci porremo il problema dell’assessore.

Quali sono i suoi obiettivi principali?

Quello su cui ho basato la mia campagna elettorale: avvicinare la città al mare. Tutte le città moderne sul mare hanno un spazio pubblico che le porta all’acqua, noi non l’abbiamo.

Non le piace la riqualificazione del Poetto?

Mi piace, è una buona opera pubblica ma va benissimo per le attività sportive ma alla fine il mare non lo vediamo.

Una dei pochi spazi della città sul mare è quello davanti al Lazzaretto.

Esatto, quella è la strada da seguire. Abbiamo un lungomare cittadino che va da piazza Matteotti a Sant’Elia e dobbiamo cercare di spostare la vita della città su quell’asse. Lì si può creare economia e spostare anche l’intrattenimento, risolvendo così i problemi del rumore nel centro storico.

Cagliari sta finalmente scoprendo il mare, ma chi passeggia sotto i portici di via Roma non si accorge di essere a pochi passi dall’acqua.

La nostra generazione è cresciuta coi traghetti che attraccavano lì davanti, ora è tempo che quello spazio diventi un grande porto turistico e magari i bar sotto i portici potranno servire non solo caffè. ma anche champagne. Via Roma è separata dal porto, l’obiettivo comune dev’essere quello di collegare i quartieri col mare.

Pensa a una pedonalizzazione o a un intervento più radicale?

Non è che il mio desiderio sia fare assolutamente un tunnel, ma lo è individuare una soluzione che permetta di veicolare su un altro asse il traffico automobilistico e consenta un collegamento pedonale tra i portici e il porto. Abbiamo le quattro corsie di via Roma, le altre corsie interne, quelle del Lungomare e nel porto c’è tantissimo spazio: tutta quell’area va rivista.

Parlando di trasformazioni, è soddisfatto del via libera alla variante per lo stadio Sant’Elia?

Non riguarda solo il campo di calcio, ma tutto il quartiere: è un piccolo pezzo di piano urbanistico. L’ex sindaco metteva in guardia sul rispetto degli atti precedenti, ma dimentica che la delibera con cui autorizzarono lo stadio aveva una serie di prescrizioni tali da renderla irrealizzabile. Abbiamo dovuto rivederla per forza, andava fatto. Bisogna ripensare tutto il quartiere, ma non solo: siamo alle battute finali per l’adeguamento del Puc al Ppr, ora avremo il Piano particolareggiato per il centro storico. Stiamo lavorando a tutti gli strumenti di programmazione per metterli a disposizione della cittadinanza, in modo che siano chiare le regole del gioco.

Si punta molto sul Poetto, sul lungomare e sul centro storico. Ma c’è altrettanta attenzione per le periferie?

Gli interventi su Sant’Elia vanno in quella direzione, modificando viale Ferrara abbatteremo il muro che taglia fuori il quartiere e potremo attrarre investimenti pubblici e privati. Durante la discussione in Aula l’opposizione si è soffermata solo su dettagli, sulle fogne e su tanti problemi della zona, ma io sogno altri interventi più in grande. Col bando di 20 milioni a fondo perduto per la rigenerazione urbana pensiamo al progetto dello stadio ma anche all’inserimento di una struttura pubblica, magari un museo.

In Consiglio comunale ha parlato anche del Betile, il progetto dell’archistar Zaha Hadid tanto caro all’ex governatore Renato Soru.

Quelli sono i progetti che sogno per quell’area, un museo come il Betile potrebbe diventare un forte attrattore turistico. La modifica alla variante, oltretutto, è stata preparata anche da un’ex assessora di Zedda: non ci sono preconcetti, quell’idea mi è piaciuta e sono andato avanti.

Cagliari ha anche altre periferie.

Stiamo andando avanti col progetto Iti-Is Mirrionis, abbiamo messo 20 milioni per la riqualificazione di piazza Granatieri di Sardegna e punteremo sull’housing sociale e l’edilizia agevolata al posto dell’ex mercato ortofrutticolo. Stiamo progettando anche la riqualificazione di via Castelli.

A proposito, c’è chi dice che stiate facendo solo progetti e non interventi concreti.

Se non hai progetti preliminari pronti, non puoi partecipare a bandi e finanziamenti.

E in questo periodo, va detto, i soldi non mancano.

Abbiamo 40 milioni di avanzo di amministrazione, altri 200 dal nuovo Pon-Metro, poi il Recovery e ci hanno appena dato l’ok a un finanziamento da 72 milioni.

Come li vorreste spendere?

Sono tanti gli interventi previsti: l’acquisto di bus elettrici, la riqualificazione dell’ex cava Cannas di Mont’Urpinu con uno spazio per gli spettacoli, la valorizzazione del Poetto, nuovi ecocentri, altri tredici ettari del Parco degli Anelli, la sistemazione dei cortili per le scuole e la possibilità di fare lezioni all’aperto, digitalizzazione dei servizi al cittadino e – tra l’altro – anche una nuova cartellonistica turistica.

Ecco, per esempio, i turisti stanno scoprendo Cagliari ma ci sono ancora i cartelli sbiaditi…

Negli ultimi anni c’è stata poca manutenzione, soprattutto delle strutture pubbliche: le case popolari sono in grande difficoltà. Si è andati avanti trascurando una grande parte della città, come quelli che si mettono il profumo, ma non si fanno la doccia.

Come sindaco, per quali interventi vorrebbe essere ricordato?

Per quanto riguarda Cagliari, per la capacità di costruire un rapporto col mare con un lungomare degno di questo nome. Sul fronte della Città metropolitana, invece, per una rete della Metropolitana che colleghi tutti i 17 centri dell’attuale composizione. Non so se farò in tempo a vederla, ma questo è il momento per gettare le solide basi per il futuro.

Che opinione hanno di lei i cagliaritani?

Bisognerebbe chiederlo a loro. Però c’è una cosa che mi dicono in molti…

Quale?

Che dal vivo sono più simpatico di quello che sembra.

Marcello Zasso

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share