di Vito Fiori
Era stato Pietro Pittalis, nuorese, deputato di Forza Italia, dietro alcune segnalazioni, a chiedere l’accesso agli atti sulle spese elettorali sostenute da Alessandra Todde. Il sospetto si basava sullo sforamento del budget dichiarato dalla Todde, ma non solo. Al parlamentare risultava anche assente il mandatario, previsto dalle rigide norme in materia elettorale, una figura di garanzia che avrebbe potuto essere lei stessa. Insomma, anomalie di rilievo quelle rilevate dalla Giunta per elezioni della Camera che aveva chiesto e ottenuto l’accesso agli atti depositati nell’Ufficio elettorale della Corte d’appello di Cagliari. “Una verifica, niente di personale – aveva detto Pittalis – solo il mio dovere di deputato, d’altronde si tratta di un atto politico amministrativo”. In realtà, di personale c’era anche tanto. Pittalis era stato tra i papabili candidati del centrodestra. Avvocato, azzurro della prima ora e considerato più che affidabile, Forza Italia non è riuscito a imporlo così come a Salvini non è riuscita la ricandidatura di Christian Solinas. Fratelli d’Italia, infatti, ha fatto la voce grossa e su espresso volere di Giorgia Meloni la scelta era poi stata dirottata su Paolo Truzzu. L’esito lo si è visto nelle urne, con Pittalis, che pure si era speso e molto nella battaglia elettorale, a masticare amaro.
Ora, il rischio, dovesse essere confermato il provvedimento, è che si vada tutti a casa, come Sansone che trascinò con sé i Filistei nel crollo del tempio. Ma nessuno vorrebbe nemmeno pensare a una ipotesi simile. Improvvisazione, superficialità o dilettanti allo sbaraglio? Certo è che il campo largo che aveva vinto le elezioni nel febbraio scorso non ci farebbe una gran bella figura. Ma questo è il minimo. Il resto sarebbero gli strascichi che una vicenda del genere si porterebbe dietro. “Non voglio manco immaginare questo scenario”, dice Giuseppe Meloni, assessore della Programmazione e vice di Todde. “Stiamo lavorando al nostro programma e non ci fermeremo – aggiunge – bisogna conoscere le motivazioni di questo provvedimento che è enorme nella sua portata. Ma non voglio fasciarmi la testa prima di rompermela, prima voglio conoscere e capire”.
La notizia è piombata sull’assemblea del Pd a Oristano. Si discuteva di sanità e delle proposte del partito sul disegno di legge che dalla settimana prossima sarà al vaglio della commissione. Giusto un’ora per dare la possibilità a Carla Fundoni, presidente della commissione sanità, di illustrare i vari punti che dovrebbero dare una svolta alla paralisi del settore. L’argomento, ovviamente, non è stato approfondito, la possibile decadenza di Alessandra Todde ha orientato il dibattito sino a farlo sospendere.
Di recente la Corte d’appello di Bologna ha chiesto la decadenza del deputato Aboubakar Soumahoro sulla base del rapporto inviato ai giudici dalla Giunta per le elezioni: erano state riscontrate diverse irregolarità nella rendicontazione delle spese sostenute nella sua campagna elettorale. Non è detto che le due posizioni siano assimilabili, è per sottolineare che non sempre basta pagare una sanzione, pure pesante, per sanare le irregolarità. La presidente Todde sostiene di non avere problemi e di riporre la massima fiducia nei magistrati.