Temussi vuole una Asl che liquidi Ats. Sarebbe la 14°. Costo: 2 milioni annui

Massimo Temussi, il commissario di Ats, l’Azienda unica voluta dalla Giunta di Francesco Pigliaru, spinge per creare una nuova Asl sarda. E sarebbe la 14° dopo le otto Azienda sanitarie locali, le due Ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari, il Brotzu classificato come Arnas (struttura di alta specializzazione) più l’Areus del 118 e la nascente Ares che lo stesso Temussi è incaricato di guidare.

La 14° Azienda sanitaria immaginata dal manager sassarese avrebbe il compito di liquidare l’Ats con un percorso a parte, solitario, in modo da accelerare sulla nascita di Ares, l’Azienda regionale  della salute, la cui istituzione era prevista alla fine del 2020, ma per via della pandemia la partita è stata rinviata al 31 dicembre del 2021. L’Ares sarà, di fatto, una fotocopia di Ats, solo che il presidente Christian Solinas, in campagna elettorale, promise di cancellare la Asl unica e siccome la gran parte dei sardi crede a tutto, ecco il cambio di nome (ma l’organizzazione sarà più o meno la stessa, anche se questa è un’altra storia contenuta nella riforma votata dal Consiglio regionale a settembre dell’anno scorso e diventata la legge 24).

Tornando alla nuova Azienda sanitaria proposta da Temussi, sarebbe una sorta di bad company, termine inglese col quale si indica un contenitore societario dove finiscono tutte le rogne e sempre i debiti. Nel caso sardo, in questa  14° Azienda confluirebbero i centri di costo delle Assl, ovvero le ramificazioni territoriali dell’Ats che nella fase liquidatoria sarebbero private delle loro funzioni sanitarie.

Temussi è riuscito a far inserire la 14° Azienda nella proposta di legge numero 284, cioè la norma Omnibus in discussione in Consiglio regionale. Una maxi variazione di bilancio da oltre 200 milioni di euro e che contiene pure il ‘regalino’ al Mater Olbia. Bisogna andare all’articolo 28 per ricostruire nel dettaglio la faccenda Temussi. Tutto è scritto al comma a): “Contestualmente all’istituzione di Ares, nell’interesse della Regione e su indicazione dell’Assessorato regionale competente in materia di sanità, è istituita la Gestione regionale sanitaria liquidatoria, dotata di personalità giuridica e di autonomia patrimoniale ed economica, competente per la liquidazione di tutte le posizioni attive e passive e di tutte le cause pendenti, dalla data di costituzione dell’Azienda per la tutela della salute (Ats). A questo scopo nel bilancio della Regione, a decorrere dal 2021, è istituito un apposito capitolo di spesa”.

Il costo di questa nuova Azienda l’ha stimato il direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Marcello Tidore, che ha parlato di una “spesa minima di due milioni di euro annui“. Col rischio che la liquidazione di Ats sia una missione infinita. E non è nemmeno detto che tutti quei soldi bastino, malgrado per pagare l’assistenza medico-ospedaliero dell’Isola se ne va già metà del bilancio regionale, overo 3 miliardi e mezzo di euro. Una cifra enorme e paurosa.
Tidore ha quantificato i costi di funzionamento della 14° Azienda sanitaria facendo anche una stima sul personale da assumere: una ventina di dipendenti a cui si aggiungerebbe un commissario di nomina politica, su indicazione della Giunta sarda. La solita solfa, coi partiti legati a doppio filo alla gestione della sanità e il rischio che per l’ennesima volta si ripetano gli stessi errori della spartizione con pochissima attenzione alla salute pubblica.

La 14° Azienda sanitaria che piace a Temussi è osteggiata dall’intera minoranza, con in testa i Progressisti di Francesco Agus e Massimo Zedda. Contrario anche il Pd che nella commissione sanità del Consiglio regionale è rappresentato dal capogruppo Gianfranco Ganau e dalla dem del Medio Campidano, Rossella Pinna. Contrari pure gli M5s. In maggioranza, invece, la proposta di Temussi non è affatto gradita dall’Udc di Giorgio Oppi che rispetto a Temussi ha una visione della sanità diametralmente opposta.

Proprio in commissione Sanità Oppi e l’Udc non hanno potuto far mettere a verbale la bocciatura della 14° Asl, in quanto la legge Omnibus è formalmente assegnata alla commissione Bilancio, quindi l’organismo consiliare che si occupa di ospedali può solo esprimere un parere complessivo sull’intera norma, non nel dettaglio delle questioni. Così ha strutturato i lavori il presidente dell’Aula, Michele Pais. Oppi, però, ha avvisato gli alleati promettendo battaglia in Aula. E non sarebbe la prima volta che l’Udc non si allinea alla maggioranza e preferisce il solco della protesta che tracciano Agus e i Progressisti. Quanto basta per capire che il centrodestra si sta preparando a un nuovo scontro interno.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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