Solinas muto sul Cagliari in A, una delibera svela gli interessi: l’ospedale anziché lo stadio

Alessandra Carta

Adesso è tutto chiaro. Chiarissimo. Christian Solinas non ha commentato il ritorno del Cagliari in serie A perché su Sant’Elia il governatore ha ben altri piani: al posto dello stadio, il capo della Giunta sarda vuole realizzare un nuovo maxi ospedale. Solo che coi tifosi non si espone, a ben vedere. Ma soprattutto non deve aver capito che i doverosi auguri per l’impresa raggiunta nulla c’entrano con gli interessi politici. Anche perché, come ricostruito ieri da Sardinia Post, Solinas si era detto “triste”, con tanto di nota stampa, quando i rossoblù l’anno scorso finirono in B.

Si intrecciano più questioni nella vicenda del nuovo ospedale a Sant’Elia. E bisogna anche andare a ritroso nel tempo, cominciando però dal documento più nuovo. Ovvero dalla delibera 19/82 del 1° giugno scorso. L’ha approvata la Giunta. In calce la firma di Solinas e quella del Dg Sergio Loddo. Nel documento si legge che la Regione ha “dato mandato all’Ares”, la Asl unica del centrodestra, di “predisposizione uno studio di fattibilità” con l’obiettivo di “realizzare un nuovo presidio sanitario nella città di Cagliari”. Solinas lo chiama “l’Ospedale della città” ed equivale a un trasferimento “in un unico plesso del Brotzu e dell’Oncologico”. Proprio a Sant’Elia, nell’area dello stadio, perché quelle sono terre di competenza regionale.

Fin qui la cronaca secca. Coi documenti alla mano. Poi ci sono gli aspetti politici. E le moltissime contraddizioni che emergono da altri atti pubblici. Perché sulla riqualificazione dello stadio, un’operazione da 200 milioni di euro avviata dalla Giunta di Massimo Zedda e fatta propria dalla maggioranza di Paolo Truzzu, Solinas ci ha messo del suo. Avallando il progetto con la promessa di 50 milioni di euro. Invece adesso è tornato l’interesse per la riorganizzazione della sanità, un percorso contenuto nella riforma approvata a settembre 2020 e che avrebbe dovuto produrre un documento-bussola entro sessanta giorni. A novembre, cosa che non è mai avvenuta.

Di anni, al contrario, ne sono passati quasi tre senza che Solinas abbia mosso dito. Anzi, l’ospedale di Sant’Elia sembrava cosa archiviata anche per un altro particolare di non poco conto: il 24 ottobre scorso è andata in pubblicazione la progettazione della nuova Piastra tecnologica emergenze-urgenze al Brotzu, un padiglione da allineare spalle all’ingresso. Una roba di appena otto mesi fa, sempre con Solinas al governo della Sardegna e degli ospedali. Valore dell‘incarico: 5.468.738,77 euro. La realizzazione della Piastra costa invece 70 milioni di euro, soldi nella disponibilità della Regione tra risorse proprie e denari europei dell’Fsc, il Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Quindi: a fine 2022 la Giunta di Solinas sostiene l’ampliamento del Brotzu (nella foto di copertina). Passato un pugno di mesi, lo stesso governatore vuole il trasferimento a Sant’Elia del più grande ospedale sardo, dando quantomeno segni di schizofrenia politica. Con un ulteriore elemento non trascurabile: tra la pubblicazione del bando sulla Piastra del Brotzu e la delibera del 1° giugno è cambiato intanto l’assessore alla Sanità: il leghista Mario Nieddu è stato sostituito con l’amico di Solinas, l’ex senatore Carlo Doria, trombato alle Politiche di settembre 2022. Una mancata rielezione che lo ha fatto approdare in Regione.

Insomma, tante stranezze su cui hanno aperto la riflessione i Progressisti di Francesco Agus e Massimo Zedda che, in mattina, insieme all’altro consigliere regionale Gian Franco Satta, hanno convocato una conferenza stampa proprio per aprire una riflessione sul cambio di strategia da parte di Solinas.

Alessandra Carta

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