Alla fine ci ha ripensato e ha deciso di partecipare. Christian Solinas è andato al raduno leghista di Pontida insieme al leader del Carroccio, Matteo Salvini, nonostante per giorni fosse tormentato dai dubbi sull’opportunità politica di essere presente o meno in uno dei luoghi simbolo del partito partner in Regione, quello che gli ha garantito l’elezione in Senato prima e l’elezione a presidente della Regione poi. Il capo della Giunta – come abbiamo raccontato su Sardinia Post – è da tempo in rotta di collisione con Matteo Salvini.
Un primo segnale si era visto quando il leader leghista – in calo di consensi a favore dell’alleata Giorgia Meloni – aveva disertato il matrimonio del governatore. Poi il problema delle liste per le Politiche: le scelte di Salvini non sono state condivise dal leader del Psd’Az. Fino alle dimissioni di Giorgio Todde, ex assessore ai Trasporti in quota Lega: l’esponente ogliastrino ha lasciato accusato i vertici del Carroccio di colonialismo.
Ma alla fine Solinas ha fatto buon viso a cattivo gioco ed è volato fino a Pontida. “Sono qui a portare il saluto della Sardegna, del Partito Sardo d’Azione alleato della Lega – ha detto il governatore -, perché crediamo nell’autonomia, crediamo nell’identità. L’autonomia è fondamentale, soprattutto a fronte di uno Stato che in questi ultimi tempi ha avuto un rigurgito di centralismo e ha cercato di comprimere spazi di libertà conquistati nel tempo”. Il tema dell’autonomia è stato rivendicato dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, anima pragmatica della Lega e uno dei papabili per la guida del partito nel caso di una disfatta delle “camice verdi” alle Politiche e della messa in discussione del segretario. Il 25 settembre, ha aggiunto Solinas, “non c’è solo un simbolo, c’è una visione di Paese che va votata, un’Italia bella e generosa, orgogliosa della nostra cultura e delle nostre tradizioni”.