Sindaci-onorevoli contro le fasce tricolori ‘semplici’: lite sui mandati consecutivi

La commissione Autonomia del Consiglio regionale, presieduta temporaneamente da Diego Loi, onorevole dei Progressisti e sindaco di Santu Lussurgiu, ha votato martedì la proposta di legge che porta a quattro i mandati consecutivi nei Comuni sotto i tremila abitanti, mentre nei centri con una popolazione inferiore a 15mila residenti, si può restare in Municipio per quindici anni di seguito, ovvero tre consiliature.

La modifica alla legge regionale 3 del 2009 (‘Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale’) e alla 4 del 2012 (‘Norme in materia di enti locali) è stata presentata dai due consiglieri del Pd, Roberto Deriu e Rossella Pinna. La proposta normativa, che corrisponde alla numero 314, è stata esaminata dal Cal a inizio settimana, proprio in previsione del voto nella commissione di via Roma, e il verdetto è stato negativo.

Il Cal è il Consiglio delle autonomie locali, a sua volta formato da sindaci, a cominciare dalla presidente che è la prima cittadina di Sestu, Paola Secci. Il Cal nell’ultima seduta ha espresso, a maggioranza, un parere contrario alla norma di Deriu e Pinna. Per eccesso di mandati, è stata la motivazione. Quattro consiliature consecutive corrispondono infatti a vent’anni di amministrazione.

Ma la commissione regionale, con Loi presidente e Deriu componente, se n’è fregata del parere del Cal e l’altro giorno ha approvato la proposta 314 allargando la platea dei tre mandati anche ai Comuni con popolazione compresa tra 5mila e 15mila. Si è trattato ovviamente solo di un primo via libera. Per la conversione in legge sarà necessario il voto dell’Aula. Ma al netto del passaggio tecnico, è l’azione politica che segna un’altra frattura trasversale, dove la posta in gioco sembra lontana dall’interesse generale, se si analizzano i fatti.

Fatto sta che con il voto in commissione Autonomia, sono stati sanciti quattro mandati per i sindaci dei Comuni sotto i 3mila abitanti, mentre sino a 15mila residenti le consiliature autorizzate diventano tre. Qualche mese fa c’è stata a livello parlamentare una modifica del testo unico degli enti locali che ha portato a tre le consiliature nei centri sotto i tremila abitanti. Nulla di più. Non il passo lungo della Sardegna che pure in materia ha potestà primaria.

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