Sel ‘scarica’ Maninchedda e Capelli per allearsi con RossoMori e iRs

È la linea decisa dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, in accordo col senatore Luciano Uras e il segretario regionale Luca Pizzuto.

Sel Sardegna cambia alleanza: niente più asse con Partito dei Sardi (Pds) e Centro Democratico (Cd), ma tridente politico insieme a RossoMori e iRs più un patto federativo con una forza nazionale. La proposta verrà presentata sabato all’Assemblea regionale, programmata a Oristano. I sellini di Sardegna si riuniranno dalle 10 della mattina – e per tutto il giorno – nella sala conferenze dell’hotel Mariano IV.

Toccherà a Luca Pizzuto, segretario-consigliere regionale, fare da Cicerone rispetto alla nuova bussola politica che, su tutto, segna una rottura: si avvia verso il tramonto l’accordo di gennaio 2015, quando Roberto Capelli (Cd), Paolo Maninchedda (Pds) e Luciano Uras annunciarono la formazione di un “soggetto sovranista”, ugualmente da federare con un partito nazionale. Tanto che in primavera, in Consiglio regionale, è nato il gruppo “Sovranità, democrazia, lavoro” tra Cd e Pds, preambolo di quella futura alleanza con Sel che, invece, non si farà più.

C’è il tema della ricandidatura di Massimo Zedda, primo vendoliano di Cagliari, dietro l’abbraccio con RossoMori e iRs. Perché fosse stato per il senatore Uras, il percorso con Pds e Cd non si sarebbe interrotto. Ma siccome Maninchedda e Capelli ragionano in chiave anti-Pd, il sindaco non ha voluto incrinare i rapporti coi Dem né mettere a rischio la propria candidatura alle Comunali 2016. Specie adesso che Sel, alla Camera, ha formato il gruppo parlamentare di Sinistra italiana, molto inviso a Matteo Renzi, il quale ha chiesto alle dirigenze locali di verificare le alleanze delle Amministrative nelle città più importanti. Obiettivo: stoppare gli accordi che al premier non vanno giù. Non solo: Zedda sa bene che i RossoMori sono vicinissimi al segretario Pd, Renato Soru, ragion per cui sono ridotte a zero le possibilità che il Partito democratico si indisponga per la nuova alleanza di Sel.

La nascita di Sinistra Italiana (SI) è l’altra faccia della medaglia rispetto alla proposta di accordo con RossoMori e iRs. Il patto tutto isolano, infatti, non avrà l’appoggio del deputato Michele Piras che non solo è stato il primo sardo ad aderire a SI, ma ci sta lavorando convintamente, in linea con la strategia di Sel nazionale decisa dalla doppia Assemblea di luglio e ottobre scorsi.

In questo quadro, è facile immaginare che sabato, a Oristano, le diverse anime di Sel andranno alla guerra. Anche al proprio interno. In primo luogo si tratterà di capire se la convergenza tra le correnti di Zedda, Uras e Pizzuto reggerà o ci saranno pezzi che contesteranno l’alleanza con RossoMori e iRs. Una proposta alla quale ha lavorato di cesello il consigliere regionale Francesco Agus, fedelissimo del sindaco, e mediatore con Pizzuto e Uras.

In vista dell’Assemblea di sabato, proprio il senatore sfodera la sua arte tattica. E dice due cose su tutte: “Sel non si deve sciogliere, farlo sarebbe anche complicato. Sel è il partito al quale ho aderito e aderisco, e di cui ho la tessera”. Uras non anticipa il piano concordato con Zedda e Pizzuto e sul fronte degli equilibri nazionali minimizza il progetto di Sinistra Italiana. “Si tratta solo di un gruppo alla Camera. Non esiste nemmeno al Senato, dove noi di Sel continuiamo ad aderire al gruppo misto”.

Di segno opposto la posizione di Piras che, invece, scopre ogni carta. E spiega: “Ovvio che sono di Sel e continuo a farne parte. Ma ci stiamo preparando alla nascita di un nuovo soggetto politico aperto a tutti coloro che si riconoscono nei valori della sinistra. Si tratta di un processo che vedrà un’accelerazione anche in seguito alla riunione del Coordinamento nazionale tenutasi oggi e che non prevede formule federative”. Il deputato dà anche i tempi: “A metà gennaio è programmata l’Assemblea nazionale per l’avviare il processo di formazione del nuovo partito della sinistra”. A segnare la strada, tre paletti: “Definitiva rottura col renzismo, costituzione di gruppi parlamentari unitari e nessuna subalternità né al Pd né al Movimento Cinque Stelle. Per tornare a pesare in Italia – conclude Piras – la sinistra deve essere autonoma, capace di esprimere una propria visione del Paese e del mondo”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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