Il partito del presidente va a Villa Devoto con ventiquattro ore di anticipo. L’incontro previsto per ieri è stato riprogrammato per oggi da Christian Solinas, anche se non si conosce l’orario preciso. A Palazzo (nella foto) andrà una delegazione guidata dal capogruppo Franco Mula.
Il confronto tra governatore e gruppo sardista in Consiglio regionale deve chiudere il giro di consultazioni che Solinas ha aperto due settimane fa per siglare un nuovo patto di legislatura e modulare il rimpasto in base agli obiettivi da raggiungere.
Solinas ha promesso la verifica politica dell’Esecutivo già un anno fa. Ma ha sempre tolto una scusa per non sedersi intorno a un tavolo. Non che la strategia del rinvio abbia premiato il presidente della Regione. Anzi. Il gradimento di Solinas è sempre più in picchiata, tanto che l’altro giorno il capo della Giunta ha confessato ad alcuni alleati l’intenzione di candidarsi alle Politiche del 2023.
Dall’incontro di oggi tra governatore e Psd’Az non è che debba venire fuori chissà cosa. Né sembrano esserci particolari urgente: semplicemente la coincidenza con il Venerdì di Pasqua è meno comoda per fare vertici politici. Il rimpasto è al momento congelato perché Solinas vuole capire cosa succede con la campagna acquisti in corso in Aula: una riguarda Paolo Congiu che sostituirà Valerio De Giorgi, finito ai domiciliari il 26 marzo; l’altra è Sara Canu, x leghista che ha detto addio anche ai Riformatori
Certezze sulle caselle da cambiare ancora non ce ne sono: un tassello al dibattito lo hanno però aggiunto i consiglieri di idea Sardegna, il nuovo gruppo politico di cui fanno parte Carla Cuccu, Roberto Caredda e Giovanni Antonio Satta, rispettivamente ex M5s, ex Sardegna Civica ed ex Riformatori.
I tre hanno fatto sapere a Solinas di gradire l’azione di Gabriella Murgia, l’assessora all’Agricoltura che potrebbe perdere la delega in Giunta in alternativa ad Anita Pili, titolare dell’Industria. Ma con la mossa di oggi la Murgia è più al sicuro, anche perché il peso di tre consiglieri è certamente maggiore rispetto al sostegno che Stefano Tunis, fondatore di Sardegna 20venti, il partito della Pili, può dare alla propria assessora.
A questo punto sembra comunque sicuro che il rimpasto passi dalla sostituzione di una donna. Se così accadrà, saranno poi i Riformatori a dover mettere la quarta rappresentanza femminile in un Esecutivo che non può avere meno di quattro assessore. Probabile anche il fatto che i liberal democratici dovranno poi lasciare i Lavori pubblici all’Udc e prendersi la casella che rimane libera, senza possibilità di ulteriore scelta, avendo due soli scranni in Aula: quello di Aldo Salaris e l’altro di Michele Cossa.
Sulla carta il rimpasto della Giunta non è affatto complicato. Il problema è la volontà politica del presidente che non ha intenzione di rompere con nessuno degli alleati. Anche perché la candidatura in Parlamento presuppone il sostegno della coalizione, soprattutto adesso che il numero dei parlamenti scende da 945 a 600.
Le Politiche del prossimo anno saranno le prime elezioni con le due Camere ridotte. La Sardegna, per esempio, ne perderà nove: dagli attuali 25 scenderà a 16. Oggi i deputati sono 17 e dal 2023 diventeranno 11; a Palazzo Madama, dove Solinas vorrebbe tornare, i senatori eletti nell’Isola passeranno da otto a cinque.