La riforma degli enti locali non piace alle opposizioni che la bocciamo senza appello, ravvisando possibili rilievi di illegittimità costituzionale di alcune parti della legge, ma non piace neppure a qualche esponente della maggioranza che ha fatto mancare il voto in Aula al momento del varo definitivo del ddl. “E’ un pasticcio che moltiplica gli enti, crea disparità tra i territori ed è di difficile applicazione”, questo in sintesi il concetto espresso dal centrodestra sulla riforma durante le dichiarazioni di voto. Anche nel centrosinistra, però, non mancano le perplessità, soprattutto sulla parità di servizi e di risorse garantiti nei diversi territori. Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni, sindaco di Loiri Porto San Paolo, in Gallura, ha annunciato il suo voto contrario per il “taglio del nord est dalla rete metropolitana”.
“Non soddisfatto della legge” anche il capogruppo Cps (Cristiano popolari socialisti) Pierfranco Zanchetta, secondo il quale “esistono criticità e non sono stati riconosciuti aspetti fondamentali per alcuni territori come la Gallura, Nuoro e Sassari”. Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha invece parlato di “legge coraggiosa” e ha attribuito i “mal di pancia” in maggioranza alle “discrasie di pensiero”. Tuttavia, ha spiegato, “avevamo la responsabilità di fare questa legge e ce la prendiamo tutta”. “C’è stato un confronto molto aspro – ha confermato il relatore di maggioranza Roberto Deriu (Pd) – ma abbiamo ricostruito il sistema partendo dalla Costituzione che non ci consente di creare l’autonomia ma di riconoscerla”.
Per il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus (Sel), il provvedimento “è costruito su un ponte tibetano, con norme già scritte e altre da scrivere”. “E’ un pasticcio disordinato con un mostro di enti: una riforma da riformare – ha tuonato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu – Ci sono degli articoli che verranno sicuramente impugnati”. “Tutto il centrosinistra ha abdicato al ruolo di essere autonomista realizzando un pasticcio rispetto al quale faremo di tutto perchè sia rispedito al mittente – ha annunciato il capogruppo di Fi Pietro Pittalis – E’ una riforma sbagliata nel metodo e nel contenuto. E non venite a dirci che si deve trovare il sistema di modificarla in un secondo momento perchè avete sbagliato come accaduto per l’Irpef e Irap”. Secondo Christian Solinas del Psd’Az, “si sta dando vita ad un cerbero a tre teste. Il problema vero è l’applicazione e non sarà una riforma a costo zero, perchè la Corte dei Conti ci ha certificato che le Unioni dei Comuni costano di più”. Luigi Crisponi (Riformatori) si è soffermato sul polo culturale di Nuoro affermando che il centrosinistra e la Giunta hanno “espropriato il polo al Nuorese”. Giudizio infine “complessivamente positivo” da parte del capogruppo di Sdl (Sovranità democrazia lavoro) Roberto Desini, mentre il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha puntato il dito contro il centrodestra sulla “proposta-boiata della città metropolitana della Sardegna”.