Fanghi e altri rifiuti speciali – provenienti anche da altre regioni d’Italia – vengono smaltiti in un impianto di trattamento alle porte di Magomadas. Già da tempo la comunità protesta in maniera decisa per il tanfo fortissimo che arriva fino in paese e ammorba l’aria. L’autorizzazione per l’impianto è stata concessa nel 2017 dal servizio ambiente della Provincia di Oristano e non risulterebbero, al momento, violazioni di alcun tipo, ma il caso approda in Consiglio regionale con una richiesta bipartisan di chiarimenti. Nello specifico lo hanno fatto Leu, la Lega e il MoVimento 5 stelle, che hanno presentato una mozione e due interrogazioni rivolte all’assessore all’Ambiente, Gianni Lampis.
“Da tempo nel Comune di Magomadas si registra un’intensa attività di macchine operatrici e mezzi pesanti che giornalmente trasportano, scaricano e movimentano rifiuti speciali con spargimento sul terreno naturale, in alcuni casi anche con interramento, dei fanghi”, dichiarano Daniele Cocco ed Eugenio Lai (Leu), che oggi hanno presentato una mozione: “È fondamentale la massima tutela dell’ambiente nello svolgimento delle attività di recupero e smaltimento di qualsiasi rifiuto di provenienza urbana o speciale sia di natura pericolosa o non pericolosa. Devono essere messi in atto di tutti gli accorgimenti e le misure di mitigazione necessarie per il contenimento degli impatti sulle componenti atmosfera, suolo e sottosuolo, ambiente e idrico, vegetazione e fauna”. Gli esponenti dell’opposizione hanno chiesto all’assessore all’Ambiente di riferire immediatamente in Aula, in particolare sull’opportunità di limitare o interrompere il conferimento dei fanghi, anche in merito alle segnalazioni da parte dei cittadini “su possibili inquinamenti ambientali e sui disagi di natura visiva, acustica e olfattiva”.
Anche la Lega scende in campo e chiede chiarezza sulla vicenda. Lo fa con una interrogazione consiliare che richiede accertamenti sul “rispetto delle prescrizioni previste”. Chiede inoltre se “le attività di stoccaggio risultino autorizzate, considerata la provenienza peraltro extra regionale. Il grido lanciato dalla popolazione locale esasperata da un crescente disagio provocato da miasmi maleodoranti e un’aria sempre più irrespirabile non è, quindi, caduto nel vuoto”. I consiglieri del Carroccio considerano la situazione inaccettabile: “Si rischia di trasformare la nostra Isola nella discarica d’Italia in barba a tutti i programmi di risanamento e recupero ambientale di territori compromessi”.
A interessarsi del caso anche il consigliere M5s, Alessandro Solinas, che ha presentato una interrogazione sottoscritta dai colleghi Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, con l’appoggio dei portavoce alla Camera Lucia Scanu, Luciano Cadeddu e Alberto Manca, per chiedere che venga fatta assoluta chiarezza sulla vicenda. “Un presunto sversamento di rifiuti fognari provenienti da altre regioni italiane e interrati nella piana di Magomadas, in piena campagna: è una vicenda inquietante quella denunciata in questi giorni dagli organi di stampa e dagli abitanti della zona dell’Oristanese, stanchi di dover sopportare soffocanti miasmi e preoccupati dal continuo viavai di camion provenienti dai porti di Cagliari e Olbia, presumibilmente carichi di fanghi di dubbia provenienza. Sembrerebbe si tratti di residui fognari che arrivano principalmente da Puglia e Campania e che andrebbero smaltiti a norma di legge all’interno di appositi impianti certificati. Sembrerebbe invece che questi fanghi vengano trattati in assenza delle apposite vasche in cemento, ovvero pericolosamente riversati in una buca profonda non meno di due metri e a contatto con il terreno. È necessario – conclude il consigliere – avviare urgenti e specifiche indagini per accertare la natura dei materiali depositati e l’eventuale pericolo per la salute pubblica”.