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Regione, fondo da 10 mln di euro per le piccole e medie imprese innovative

La Regione si prepara a sostenere economicamente le imprese innovative sarde. La notizia, ancora non ufficiale, è comunque molto più che una semplice indiscrezione; secondo fonti qualificate, la Giunta è pronta a creare uno strumento per incoraggiare la nascita e il consolidamento di aziende che presentano idee e prodotti nuovi ma che, spesso, non hanno il sostegno degli istituti di credito. La cifra stanziata dovrebbe aggirarsi sui 10 milioni di euro.

A breve, forse già la settimana prossima, si procederà alla definizione dell’intervento; tra le opzioni in campo la costituzione di un fondo di venture capital. In sostanza il pubblico diventa investitore per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività in settori che sono ritenuti ad alto potenziale di sviluppo. Due gli indizi che fanno propendere per questa soluzione: l’esperienza pregressa che sarà rivisitata e l’agenda del Programma regionale di sviluppo 2014-2019.

IL PRECEDENTE. La Regione aveva costituito un fondo di venture capital già col PO FESR 2007-2013, gestito dall’assessorato dell’Industria (Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale Sardegna 2007/2013 – Asse VI “Competitività” – Linea di attività 6.2.2 b) attraverso un soggetto convenzionato, allora individuato nella società finanziaria specializzata Zernike Meta Ventures. Le somme stanziate allora erano pari a 34 milioni di euro, la metà provenienti direttamente dalle casse regionali.

IL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2014-2019. La Giunta Pigliaru ha previsto un obiettivo specifico “Supporto al finanziamento del rischio e l’acceso al credito”. In questo modo l’esecutivo intende costituire su nuove basi un fondo di venture capital per la realizzazione d’investimenti così da supportare l’avvio e la crescita di nuove realtà imprenditoriali molto innovative che, nelle fasi iniziali, riescono difficilmente a dimostrare la propria affidabilità creditizia o la solidità dei loro piani aziendali. Detto in altre parole, le startup isolane faticano drammaticamente a ottenere soldi dalle banche anche quando richiedono somme di modesta entità. Serve perciò un mercato dei capitali alternativo a quello tradizionale offerto dagli istituti di credito.

A gennaio – peraltro – la Giunta aveva autorizzato la finanziaria regionale Sfirs a mettere in campo una leva per effettuare operazioni finanziarie per le imprese operanti nell’isola, sotto la regia del Centro Regionale di Programmazione.

Con il nuovo strumento si cercherà di superare questo problema, evidenziato dalla Banca d’Italia nel recente rapporto sull’economia regionale, mettendo in piedi un sistema di co-investimento nel quale ci sia parità di condizioni di sottoscrizione tra il soggetto pubblico, la Regione, e quello privato che sarà individuato. Così si spera di innervare la rete delle piccole e medie imprese, soprattutto quelle manifatturiere. La strategia rientra in quella più complessiva della politica d’internazionalizzazione più volte richiamata dal governo regionale che intende commercializzare le nuove tecnologie e contribuire così alla creazione di posti di lavoro a elevata qualità professionale.

Giovanni Runchina

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