Regionali, scontro a Tempio su sanità: “Dimissioni sindaco? Mossa elettorale”

Per le promesse annunciate e non mantenute dall’assessorato regionale alla Sanità sull’ospedale civile di Tempio (su tutto la soppressione confermata di ginecologia e medicina), undici primi cittadini di altrettanti centri dell’Alta e Bassa Gallura avrebbero dovuto lasciare in massa la fascia di sindaco. L’accordo era che lo facessero tutti insieme. Invece Andrea Biancareddu, alla guida del Comune di Tempio e candidato consigliere alle Regionali del 24 febbraio, è andato avanti da solo, formalizzando tre giorni fa le proprie dimissioni attraverso una missiva consegnata al segretario generale del Comune gallurese.

E se le motivazioni del passo indietro sono condivise nel territorio, la fuga solitaria di Biancareddu non solo apre una profonda frattura nell’Unione dei Comuni, ente regionale del quale fanno parte tutti i sindaci non dimissionari, ma fa storcere il naso agli altri otto candidati dell’Alta Gallura alle prossime elezioni regionali. Ovvero Antonio Addis, ‘Futuro comune’ con Massimo Zedda; Anna Paola Aisoni e Alessandra Amic, già vicesindaco e assessore nella giunta Biancareddu, che corrono per il Partito Sardo d’Azione; Nicola Comerci di Sardegna in Comune; Domenico Granito, Cristiani popolari socialisti; Nicola Luciano, capolista di Sinistra Sarda; Alessio Pasella, Sardegna 20Venti; Paolo Sanna, Partito democratico. In ordine sparso, gli otto aspiranti consiglieri hanno manifestato il proprio disappunto sostenendo che la scelta di Biancareddu “giunge in un momento poco opportuno ed è dettata da un mero calcolo politico”, dice senza mezzi termini Luciano.

Rispetto alla mossa di Biancareddu, vista come puramente elettorale, a Tempio sanno anche come andrà a finire: in molti sostengono che il sindaco dimissionario ritirerà la rinuncia all’incarico prima che sia troppo tardi, prima che la poltrona in Comune debba lasciarla davvero. Nelle prossime ora è attesa una nota stampa da parte dei sindaci aderenti all’Unione dei Comuni, i quali restano dell’idea che per proseguire e ottenere qualche risultato nella vertenza sanità aperta da ormai quattro anni “è indispensabile ricoprire cariche amministrative di rilievo – dice la sindaca di Luras, Marisa Careddu -. Non intendo certamente mettere il mio Comune e la popolazione – prosegue – nelle mani di un commissario che non farebbe altro che avvallare quanto verrà deciso in Regione. Questo è il mio impegno nei confronti dei miei concittadini e anche gli altri colleghi la pensano allo stesso modo. Tempo fa abbiamo annunciato una protesta collettiva per forzare le mano e sbloccare una situazione che si era incancrenita. Ma dovevano essere dimissioni in massa, per sortire effetto. Adesso quel gesto perde di valore perché i nostri interlocutori stanno per cambiare ed è quindi necessario attendere la conclusione delle elezioni regionali per far fronte nuovamente fronte comune e riaprire il dialogo con la nuova maggioranza”.

G. P. C.

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