Ospedale di Tempio declassato, 11 sindaci pronti a dare le dimissioni

L’assoluto disinteresse regionale per i problemi della sanità per le popolazioni dell’Alta Gallura e il declassamento dell’ospedale di Tempio “Paolo Dettori”, con la soppressione di reparti quali la medicina e la ginecologia, e la trasformazione in semplici ambulatori di altri settori del presidio ospedaliero che assicura e garantisce la copertura sanitaria a metà dell’utenza della Gallura sono al centro si movimenti spontanei e di dimissioni di massa. Per dare manforte all’occupazione permanente, da parte di un comitato di cittadini, dell’ospedale “Paolo Dettori” sono scesi in campo gli undici sindaci aderenti all’Unione dei Comuni e al distretto sanitario dell’Alta Gallura i quali hanno annunciato le dimissioni di massa al prefetto di Sassari, Giuseppe Marani. L’ufficiale di governo, domani alle 15, riceverà gli undici rappresentanti delle amministrazioni comunali interessate e si farà portavoce delle loro rivendicazioni con la presidenza del consiglio dei ministri, il dicastero della salute guidato da Giulia Grillo e, per quanto possa avere valenza, con il presidente della giunta Regionale Francesco Pigliaru e l’assessore alla Sanità Luigi Arru. Il tutto mentre in Gallura si attende, a giorni, l’apertura del nuovo nosocomio pubblico-privato del “Mater Olbia”, il futuro polo sanitario nato dalla joint venture tra il “Policlinico Gemelli” di Roma e i fondi sovrani del Qatar.

La decisione dei sindaci dell’Alta Gallura era stata intrapresa la scorsa settimana dopo l’ennesimo nulla di fatto scaturito dall’incontro tra gli occupanti l’ospedale gallurese, i rappresentanti politici di metà Gallura e l’assessore regionale alla sanità Luigi Arru. Nella lettera con la quale il sindaco di Tempio Andrea Biancareddu, in rappresentanza dei dieci sindaci dimissionari, ha chiesto e ottenuto un incontro urgente con il prefetto di Sassari si evidenzia che “l’Alta Gallura e i suoi rappresentanti hanno sempre riposto fiducia nelle istituzioni, partecipando attivamente a tutti i tavoli nei quali è stata trattata la vertenza sanitaria in questione, al fine di collaborare fattivamente alla risoluzione delle maggiori problematiche e criticità, senza avere la pretesa che tutto dovesse essere riconosciuto a questo territorio e che i sacrifici dovevano essere fatti solo dagli altri. Lo abbiamo fatto – si legge nella nota diramata da Andrea Biancareddu -, nella piena consapevolezza che lo sforzo unanime di tutti avrebbe garantito il mantenimento dei servizi sanitari in essere, così come peraltro disposto dallo stesso Consiglio Regionale con propria deliberazione il 25 ottobre dello scorso anno. Nonostante gli impegni assunti con tale deliberazione regionale però, così non è stato e non lo sarà come dimostra il recente atto di Programmazione sanitaria proposto alla Conferenza Sanitaria Territoriale per il triennio 2019/2021”.

Dopo avere espresso il rammarico dei rappresentanti delle undici amministrazioni comunali “per la totale mancanza di attenzione da parte della Regione nei confronti dei cittadini, come dimostra i programmi per la futura sanità proposti dalla attuale giunta regionale”, i sindaci dimissionari, che hanno fatto proprie le rivendicazioni del comitato spontaneo di cittadini che da un mese presidiano l’ospedale gallurese, sono pronti a lasciare la fascia tricolore sul tavolo del prefetto “se entro dieci giorni non saranno intraprese iniziative concrete per garantire il diritto alla sanità per le popolazioni dell’Alta Gallura”.

G.P.C.

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