Regionali, l’alleanza contro “la destra bottegaia di Solinas”: Italia in Comune apre i giochi

Italia in Comune, il partito dei sindaci e degli amministratori locali, la sigla civico-politico nata nel 2018, correrà alle Regionali del 2024. E nel campo avversario al centrodestra di Christian Solinas c’è la prima certezza.

La corsa di Italia in Comune è annunciata da Sebastian Cocco, presidente del Consiglio comunale di Nuoro ed ex vicesindaco, e Maurizio Sirca, componente del Consiglio nazionale del movimento ed ex in Ogliastra. I due sardi sono stati delegati dal coordinatore nazionale Alessio Pascucci a “organizzare il partito in vista delle imminenti elezioni regionali in Sardegna”.

Sebastian Cocco

Cocco e Sirca non fanno giri di parole. Il nocciolo della questione è uno: “Siamo interessati ad avviare tavoli di confronto con le forze politiche che si oppongono davvero a questa destra bottegaia“. In cima alle priorità “un programma serio e misurabile” con una postilla: “Occorre abbandonare l’approccio elitario e conservativo che ha caratterizzato il centrosinistra, come gli
esiti delle elezioni in Lazio e Lombardia insegnano: bisogna mettere i piedi nel fango della vita
reale. Solo restituendo rappresentanza ai tanti sardi capaci e competenti, costretti a emigrare
perché esclusi dalla vita produttiva e culturale, la nostra Isola si potrà allineare al resto dell’Europa e proiettarsi in un futuro di crescita e progresso”.

E se Italia in Comune ha chiarito da che parte starà alle Regionali di febbraio 2024, il resto della coalizione di centrosinistra è ancora tutto da comporre. Uno snodo è certamente dato dalle Primarie del 26 febbraio, quando il Pd isolano avrà finalmente un segretario vero cui spetterà lavorare allo schema delle alleanze. Non fosse altro che i dem restano la prima forza della coalizione.

Il primo nodo che il centrosinistra è chiamato a sciogliere riguarda l’ingresso o meno di M5s nello schieramento. Visto come sta buttando in Italia con il consenso enorme di Fdi, il centrosinistra deve avere ben chiaro che per provare a vincere in Sardegna non può fare a meno di correre con i Cinque Stelle, sebbene il partito di Giuseppe Conte abbia raccolto un deludente risultato alle urne di Lazio e Lombardia. Da quella parte, però, sono corsi subito ai ripari: il presidente nazionale ha ufficializzato oggi le nomine dei sette coordinatori provinciali cui spetterà “avvicinare i cittadini alla politica di M5s”.

Maurizio Sirca

Scontato, invece, che i Progressisti di Massimo Zedda e Francesco Agus corrano con il centrosinistra, ma da quella parte andrà chiarita la posizione dei Verdi, il neogruppo che in Consiglio regionale ha messo insieme pezzi di ex Progressisti e i Leu non tornati nel Pd. Di fatto un divorzio con doppia capriola visto che Zedda e Agus hanno messo insieme il grosso del consenso che alle Politiche del 25 settembre ha fatto eleggere Francesca Ghirra alla Camera proprio coi Verdi.

Sarà importante anche il contributo che porterà alla coalizione il Partito dei Sardi guidato da Paolo Maninchedda, il quale attraverso il suo blog ‘Sardegna e libertà’ sta facendo un seguitissimo lavoro seguitissimo di contrasto all’azione della Giunta regionale.

Il centrosinistra può essere competitivo alle urne solo se mette insieme almeno sei liste, visto che la forza del centrodestra è data proprio dalla grande capacità di consenso che hanno i partiti e i consiglieri dello schieramento. Oggi da quella parte ci sono almeno sei partiti che possono portare voti e candidati forti, a cominciare dagli Fdi isolani per continuare con Psd’Az, Lega, Forza Italia, Riformatori e Udc.

Per questo il centrosinistra è chiamato ad attrezzarsi: gli avversari sono difficili da battere e in più, non candidando Solinas come è sempre più certo, potranno giocare la carta dello scaricabarile imputando al governatore uscente le colpe del malgoverno di questi quattro anni. Si aggiunga la memoria cortissima dei sardi. (al. car.)

[Foto d’archivio]

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