Pentastellati spaccati in Sardegna sul voto espresso da due consiglieri a favore del referendum voluto da Salvini per l’introduzione del sistema maggioritario nella legge elettorale nazionale.
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Dopo Elena Fancello, ieri anche Carla Cuccu – le due che hanno detto sì – si scaglia contro la capogruppo Desirè Manca e invoca l’intervento di Di Maio. “Confido che il nostro capo politico o comunque il collegio dei probiviri, provvedano adeguatamente a far rinsavire chi, con invettive da ballatoio, sta danneggiando seriamente l’immagine politica del Movimento, minando l’incisività dell’azione del collettivo per fini di potere personale”, scrive in un lungo comunicato.
“Le segnalazioni, le invocazioni di sanzioni afflittive, la demotivazione dei colleghi di lavoro non impreziosiscono di certo il dibattito politico interno, ma appannano l’immagine del Movimento regionale sardo – spiega Cuccu -. È necessario che Desirè Manca lo comprenda, ricordandosi di quelli che sono i principi del Movimento: condivisione concertazione partecipazione. Abbandoni, dunque, la logica del nemico interno, che è l’anticamera del pensiero totalitario, e dall’insinuare, gettando discredito ed ombre sulla mia persona, che io possa abbandonare, come forse spererebbe, il gruppo”.
Secondo la consigliera ‘ribelle’, la sua capogruppo “ha un’idea di primazia sugli altri, si comporta con piglio padronale” e seguita “a danneggiare il Movimento coinvolgendolo in sterili polemiche, anziché concentrarsi sul raggiungimento di obiettivi politici”.
Quanto al voto favorevole al referendum, Cuccu ricorda “la bontà di uno strumento di democrazia diretta” e sottolinea che “il M5s nasce dal popolo e non ha paura del suo giudizio”.