“So bene che le nomine degli assessori si concertano con la propria maggioranza. Ma a me volevamo imporre una Giunta, lo hanno fatto anche con condotte minacciose. Per questo ho scelto da solo. Non potevo accettare il ruolo di esecutore, il ruolo di servo sciocco”. Sono ormai passate le 23, quando Stefano Delunas, il neosindaco di Quartu, racconta la sua verità sulla rottura di ogni comunicazione col Pd, il suo partito che, a più riprese, lo aveva accusato di non concertare le decisioni.
Lo scontro è diventato pubblico questa sera, in Consiglio comunale, dove il primo cittadino è tornato dopo una settimana di forfait dato a tutti gli appuntamenti istituzionali, con tanto di certificato medico presentato. Quindi ha letto le sue dichiarazioni programmatiche. È seguito il dibattito nel quale dai banchi del Pd – prima con la consigliera Rita Murgioni, poi col presidente dell’Aula Stefano Secci e infine col capogruppo Marco Piras – a Delunas hanno detto: “Signor sindaco, se lei non riconosce il progetto di condivisione, andiamo tutti a casa”. Conclusi gli interventi, la replica del primo cittadino, con le presunte pressioni ricevute da non precisati esponenti della sua coalizione.
Nell’aula di via Eligio Porcu scatta un lungo applauso, quando Delunas conclude il suo intervento in risposta alla maggioranza. “Il secondo incidente, ovvero il fatto che in solitario ho nominato gli assessori – dice il sindaco -, non sarebbe avvenuto se non ci fosse stato il primo problema, cioè quella lista della spesa che mi avevano consegnato. Pretendevano che mettessi determinate persone in precisi posti. Un nome per ogni casella. Mi sono ribellato, perché il rispetto tra sindaco e Consiglio deve essere reciproco. Invece qualcuna pensavo che a me bastasse la fascia tricolore, con la quale guardarmi allo specchio ed essere felice”.
Delunas parla per mezz’ora. “Se avessi ceduto alle pressioni – va avanti -, avrei tradito la dignità di chi mi ha votato. Io ricordo tutto: so bene che sono diventato sindaco perché la maggioranza mi ha appoggiato, sebbene i cittadini abbiano votato anche la mia autorevolezza e le mie proposte. Io sono pronto a concordare ogni decisione, ma ripartendo dal rispetto dei ruoli, senza invasioni di campo. Non posso essere un sindaco in contumacia”. E ancora: “La Giunta è incompleta, vorrei che scegliessimo insieme gli assessori che mancano”.
Alle 23,40 riprende la parola il capogruppo Piras, il quale annuncia l’astensione del Pd sulle dichiarazioni programmatiche del sindaco, segno di una rottura ancora tutta da sanare. Piras dice: “Scegliamo il non voto in attesa che si riprenda il lavoro proficuo. E comunque ci sorprende che il sindaco sia venuto in aula con un discorso scritto su un foglio”. Durante il dibattito, il capogruppo, uomo vicino all’ex primo cittadino e attuale consigliere regionale Gigi Ruggeri, aveva detto a Delunas: “Non assisteremo alla paralisi amministrativa, abbiamo preso un impegno con gli elettori. In pochi giorni il sindaco ha perso la sua autorevolezza”. Così, invece, aveva sottolineato il presidente Secci, fedelissimo del deputato Marco Meloni: “Siamo pronti all’eutanasia, se verrà tradita la condivisione”.
A fine seduta, la maggioranza si è ulteriormente divisa sulle dichiarazioni programmatiche, per le quali Delunas ha raccolto 9 sì, altrettanti no e ancora nove astensioni. Votazione non valida, visto il pareggio. Tra i favorevoli, comunque, i quattro consiglieri di “Quartu riparte”, la lista civica del sindaco. Il capogruppo Roberto Cannarella ha fatto sapere: “Ci sembrano una buffonata le posizioni del Pd”. Piras, intervenuto di nuovo, non ha escluso “l’appoggio esterno al sindaco”. Dall’opposizione, oltre al voto contrario anche la solidarietà di Mauro Contini, primo cittadino uscente sconfitto alle urne da Delunas. “Sono sbigottito davanti alle rivelazioni del sindaco sulle presunte minacce subìte – ha commentato l’azzurro -. Gli faccio i complimenti per il suo coraggio”.
Alessandra Carta
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