Psd’Az, scontro di potere. Metà partito non riconosce l’elezione di Columbu

Nel Psd’Az è scontro per il potere. Metà partito non riconosce l’elezione a segretario del regista Columbu. La resa dei conti il 28 marzo.

Tira brutta aria nel Psd’Az: è scontro per il potere. Metà partito non riconosce l’elezione a segretario del regista Giovanni Columbu, tanto che il Consiglio nazionale di sabato 28, convocato nella solita Torre aragonese di Ghilarza, ha già il sapore di una resa dei conti.

I big dei Quattro Mori parlano tutti. Ma solo al telefono. Dichiarazioni ufficiali non ne rilascia nessuno. Perché in vista dell’appuntamento del 28, conta molto anche il tatticismo, ovvero gli eventuali ricorsi e controricorsi che segneranno la vittoria di una corrente o delle altre. Resta il fatto che i racconti informali – e peraltro si somigliano – sono necessari per ricostruire la mappa dello scontro interno.

La guerra sardista è cominciata sabato 7 marzo, quando il Consiglio nazionale era stato fissato per discutere l’elezione del nuovo segretario, dopo le dimissioni di Giovanni Colli, rassegnate a luglio 2014. Durante quella riunione, è successo che l’area del consigliere regionale Christian Solinas ha scoperto le carte, lanciando nell’arena il nome di Columbu. A quel punto il presidente Giacomo Sanna, statuto alla mano, ha detto che non si poteva procedere col voto senza una relazione programmatica del candidato.

Sanna non l’ha tirata per lunghe: ha rinviato il Consiglio al 28 marzo e ha lasciato la Torre. Ma senza dire espressamente che la riunione fosse sciolta. E qui è scattata l’offensiva della componente Solinas, giocata sul filo della stretta formalità. Perché decine di volte, nel Psd’Az, i lavori sono stati chiusi senza pronunciare quella frase. Ma la “dimenticanza” del presidente è diventato un appiglio per imporre Colombu, è l’accusa che muovono dalle parti avverse.

Il resto è ancora un racconto: nel Consiglio del 7 marzo, al posto di Sanna, al tavolo della presidenza ha proseguito il vice Andrea Cocco, fedelissimo di Solinas, consigliere comunale a Serramanna. Cocco ha poi deciso di rinviare la seduta il 14 marzo, proprio per dare il tempo a Columbu di preparare e illustrare la relazione. Come poi è successo. Ma alla riunione di sabato scorso, in segno di contrarietà rispetto al metodo, non ha partecipato nessuna delle correnti opposte a Solinas. Cioè quelle capeggiate da Sanna, da Colli e dal consigliere regionale Angelo Carta.

Tuttavia, le sedie vuote non hanno scoraggiato la componente Solinas ad andare avanti. Columbu ha infatti presentato le dichiarazioni programmatiche e il Consiglio lo ha eletto per acclamazione, come nel metodo scelto durante la stessa seduta.

Chi potrà mettere pace nel Psd’Az, non è dato saperlo. Il garante del partito è il presidente. Ma, statuto alla mano, era suo obbligo dire che il Consiglio era sciolto. Ovvio che quella dimenticanza non dovrebbe avere valore, perché si tratta di una formalità. Ma in tempo di guerra tutto ha un peso, sino a diventare spartiacque dello scontro.

C’è poi il problema del quorum che varia ogni volta perché nel Psd’Az si ricava da eletti, componenti di fatto e quelli di diritto. In particolare, questi ultimi entrano nel conteggio solo se sono presenti, è scritto nel regolamento. Ciò vuol dire, stando alla posizione dell’area Solinas, che il quorum c’era: erano  con 45 presenti su 79, cioè il 56,96 per cento. Gli altri, invece, gli assenti al Consiglio del 14 marzo, sostengono che la metà più uno vada conteggiata su una base di 90.

Sabato 28 ci dovrebbero essere tutti. Quello che potrebbe succedere è un’alleanza tra le correnti di Sanna, Colli e Carta per mettere in minoranza la componente Solinas. Ovviamente si profila una battaglia sul filo dei numeri. Con una certezza: il Psd’Az, che anni fa ha perso i sardisti diventati Rosso Mori, rischia di avvitarsi in una guerra velenosa, devastante e senza fine.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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