“Finalmente dopo continue impugnazioni c’è un ripensamento da parte del Governo che riconosce che non ci siano più i presupposti per l’impugnazione. A questo punto spero che sia l’inizio di un nuovo rapporto di leale collaborazione”. Il 27 gennaio scorso Quirico Sanna, titolare degli Enti locali nella Giunta di Christian Solinas, commentava così la rinuncia dell’Esecutivo di Mario Draghi di proseguire la battaglia di legittimità davanti alla Corte Costituzionale sulla legge 7, quella che nell’aprile del 2021 ha nuovamente istituito gli enti intermedi di Gallura, Sulcis, Ogliastra e Medio Campidano e portato a due le Città metropolitane, i cui confini ricalcano le vecchie province di Cagliari e Sassari.
Nella fattispecie, Roma contestava alla Regione la possibilità di rimuovere i commissari e sostituirli a piacimento. Così è scritto nella legge 7 in un passo che per il Governo nazionale eccedeva i poteri della stessa Giunta. Di qui l’impugnazione per illegittimità costituzionale davanti alla Consulta.
L’assessore, come risulta nelle dichiarazioni pubblicate anche sul sito della Regione, legava la decisione dell’Esecutivo Draghi al “rispetto dell’Autonomia che ci è data dalla Statuto”. Come se il Consiglio dei ministri si fosse reso conto di aver toppato. Invece nulla di tutto questo è successo.
Il motivo per cui Roma ha ritirato il ricorso è molto semplice: la legge 7 fissa al 31 dicembre 2021 il termine ultimo per sostituire i commissari. Ma siccome siamo già nel 2022, è venuto a mancare il presupposto del ricorso stesso. La Regione non ha più il potere di cambiare gli amministratori delle Province nemmeno per un fatto temporale. Ciò ha determinato in automatico il passo indietro del Governo, visto che la situazione di illegittimità si è messa a posto da sola. L’autonomia non c’entra nulla, con buona pace dell’assessore Sanna. (al. car.)