Pronto soccorso di Iglesias chiuso, il sindaco a Cagliari: “Mobilitazione a oltranza”

Mauro Usai, il sindaco di Iglesias, non si ferma. Dopo la protesta in loco, davanti al Pronto soccorso del Cto chiuso da giorni e giorni, il primo cittadino sulcitano ha spostato la protesta a Cagliari, davanti a Villa Devoto, quartier generale del presidente Christian Solinas. E si andrà avanti a oltranza sino a quando la struttura non verrà riaperta dall’assessorato regionale alla Sanità (che ha deciso di fermare tutto).

Usai è arrivato a Cagliari con altre duecento persone. Incluse altre fasce tricolori del territorio, partite dai vicini Comuni di Fluminimaggiore e Buggerru. Tutti uniti nel dire “no al depotenziamento dei presidi ospedalieri nel Sulcis”. E il Pronto soccorso di Iglesias, non va meglio quello di Carbonia, dove le criticità sono state evidenziate anche da una protesta dei volontari del soccorso nei giorni scorsi. “La sanità non si tocca”, hanno gridato in tanti schierati con bandiere e striscioni davanti ai cancelli di Villa Devoto. Clima da stadio o da concerto: “Fuori, fuori, fuori”, hanno urlato i manifestanti chiedendo un incontro con il presidente della Regione, Christian Solinas, o con l’assessore della Sanità, Mario Nieddu.

“Questa non è una battaglia di destra o di sinistra – ha detto uno dei partecipanti al megafono -, questa è una battaglia per la salute. Quante volte ognuno di noi è stato costretto a rivolgersi ai Pronto soccorso? Oggi questo diritto è in discussione”. Molte bandiere Cgil, Cisl e Uil. Secondo Usb si tratta di una situazione generalizzata: “Il Sulcis Iglesiente non è solo ma è in buona compagnia- spiega la sigla -: non c’è zona della Sardegna che non venga abbandonato: il Sarcidano, la Barbagia di Seulo e del Mandrolisai, il Sarrabus Gerrei, l’Ogliastra, tutto il centro Sardegna compresi Nuoro e Oristano, del Marghine“.

Nel frattempo, proprio a Iglesias viaggia Nieddu. Al centro del confronto proprio la riapertura del Pronto soccorso del Cto. “Non distruggete il poco rimasto – si legge in un cartello davanti a Villa Devoto -: per i cittadini curarsi è un diritto curarsi”.

Non sono disposto a retrocedere di un millimetro, a costo anche di essere l’unico a scendere in piazza, senza colori politici e senza strumentalizzare le battaglie, con la sola forza della ragione – ha detto il sindaco Usai -. Lo devo alla città e ai miei concittadini che oggi, nonostante il caldo, erano numerosi fino alle fine”.

Ieri è stato il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, a fotografare la situazione in Gallura: al Pronto soccorso del Giovanni Paolo II erano in turno due medici, quattro infermieri e due oss per 77 pazienti in fila, di cui 9 col Covid. Uno scandalo.

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