Processo Lirico, Massimo Zedda assolto: “Il fatto non sussiste”

Massimo Zedda è stato assolto. Il sindaco non ha commesso alcun abuso d’ufficio nella nomina di Marcella Crivellenti al Lirico. Era il 2012.

Massimo Zedda è stato assolto. “Perché il fatto non sussiste”, ha detto il giudice della prima sezione penale, Claudio Gatti, quando alle 16,50 ha pronunciato la sentenza che chiude il processo in primo grado contro il sindaco di Cagliari. Zedda era accusato di abuso d’ufficio per la nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Lirico, alla fine del 2012. Una nomina senza più ombre, ha stabilito il giudice.

Il sindaco era in aula al momento della lettura della sentenza, accolta da Zedda senza segni di esultanza. Il primo cittadino ha giusto abbozzato un sorriso, poi abbracciato i suoi avvocati, Giuseppe Macciotta e Fabio Pili. Visibilmente deluso, invece, il pm Giangiacomo Pilia che questa mattina aveva chiesto un anno e sei mesi.

Con la sentenza di oggi si chiude un procedimento cominciato a febbraio 2014 e per Zedda si apre ufficialmente la campagna elettorale. In caso di condanna, infatti, per via della legge Severino il primo cittadino non si sarebbe potuto ripresentare alle urne delle Amministrative, il prossimo maggio. Ma il rischio è scongiurato: Zedda, senza più riserve, è il candidato sindaco del centrosinistra: per lui una corsa bis dopo la vittoria alle Comunali del 2011.

Quando il giudice ha tolto la seduta, su Zedda si sono accesi i fari delle telecamere. Ma il sindaco di Cagliari non ha rilasciato dichiarazioni: “Non ho mai commentato il processo, non lo farò oggi”. E una volta fuori dal tribunale, la stessa posizione è stata ribadita dall’avvocato Macciotta: “In linea con quanto dichiarato dal nostro assistito, non rilasciamo dichiarazioni”. Ma ormai l’ansia era sciolta. I tre si sono abbandonati a un sorriso in una giornata cominciata alle 10 di questa mattina con la requisitoria del pm. Dalle 13 alle 15, invece, la replica della difesa affidata all’avvocato Pili, il quale per Zedda aveva chiesto l’assoluzione.

Agli addetti ai lavori presenti in aula al momento della sentenza (su tutti il consigliere comunale Giuseppe Andreozzi, avvocato di professione) non è sfuggito un dettaglio: appena il giudice Gatti ha detto “visto”, in riferimento all’articolo 530 del Codice di procedura penale richiamato poco dopo, Pili e Macciotta si sono guardati. E il primo ha sussurrato al secondo: “Assolto, quindi”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share