Stanno finendo in guerra le Primarie del Pd sardo che sinora hanno consegnato una certezza: Giuseppe Meloni, il candidato gallurese, è in vantaggio su Piero Comandini. Ma quest’ultimo contesta il voto a Quartu e ha ottenuto il blocco dello spoglio.
La lite, ovviamente, ruota intorno alla vittoria finale. Per ora il segretario in pectore è Meloni che ha un vantaggio di quasi tremila preferenze. Ma il gruppo di Comandini ritiene che a Quartu siano andati ai seggi dem anche cittadini di centrodestra. Ragion per cui, con la motivazione del voto ‘sporco’, lo sfidante di Meloni ritiene che i dati della terza città sarda non vadano conteggiato.
Non c’è nulla di casuale in questa battaglia. Perché senza contare i voti di Quartu, Comandani vincerebbe la conta dei delegati diventando lui il nuovo segretario del Pd sardo. La cosa strana è che il problema non è stato posto in nessun altro territorio.
Inutile dire che il muro contro muro è destinato ad andare avanti a lungo. In quota Comandini si sta mettendo in mezzo il senatore Marco Meloni, il fedelissimo in terra isolano del segretario uscente, Enrico Letta, di cui è capo organizzativo. Il parlamentare ha la sua roccaforte politica a Quartu. Ma alle urne di queste Primarie è andato peggio di come pensava. Anche perché a Quartu è fortissimo il sindaco Graziano Milia che ha sostenuto Giuseppe Meloni. Da qui la contestazione del ‘voto sporco’ da parte del parlamentare Meloni.
Al momento – e l’una di notte è passata da mezz’ora – lo spoglio delle Primarie isolane sembra finire così. Con una sospensione nell’esame delle schede e un verdetto che non viene fuori. Una vergogna, se si considera che prima di mezzanotte la nuova leader nazionale, Elly Schlein, sapeva di aver vinto. E nei seggi dem è stato scrutinato oltre un milione di schede. In Sardegna, invece, si viaggia poco sopra i 30mila votanti e sta venendo fuori un pandemonio. (al. car.)