È sempre non cliccabile la delibera con la quale Maika Aversano è stata nominata Dg di Aspal venerdì 7 aprile. Lei, la precaria statale che nel 2019 aveva dichiarato di essere in possesso dei titoli per fare la direttrice generale dell’assessorato al Personale. Ma così non era, avevano accertato gli uffici, costretti ad annullare l’atto di investitura firmato dal presidente Christian Solinas (la numero 25/8 del 28 giugno 2019). L’indicazione della Aversano è già diventata un caso politico: i Progressisti chiedono al capo della Giunta sarda di chiarire la questione una volta per tutte. E di annullare la nomina all’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, se per caso sia rilevata l’assenza dei requisiti previsti per legge.
È Francesco Agus, capo gruppo dei Progressisti, il primo firmatario dell’interrogazione che hanno sottoscritto tutti i consiglieri regionali del partito. “Appena due anni fa – si legge nella richiesta di chiarimento – la neo-nominata direttore generale di Aspal non aveva i titoli necessari”. Quindi la sollecitazione: “Serve fare chiarezza sul fatto che li abbia maturati nel frattempo” e soprattutto “dove e in quale ruolo”.
Nel Comune di Castiadas, dove la Aversano ha scritto di aver svolto “funzioni dirigenziali”, l’unica figura apicale prevista è quella del segretario comunale. Non ci sono ruoli equipollenti. Il grado più basso è il funzionario, come appunto lo era la Aversano. Per sua stessa ammissione, come risulta sul profilo Linkedin.
La nomina della Aversano è diventata un caso politico perché la normativa è stringente. La legge 9 del 2016, quella con la quale è stata istituita l’Aspal, prevede che il Dg nominato sia scelto “con procedura a evidenza pubblica, tra persone in possesso del diploma di laurea e di comprovata esperienza e competenza in materia di servizi per il lavoro e politiche attive”. Non solo: alla massima carica dell’Agenzia sono chiesti “cinque anni” di esperienza “con funzioni dirigenziali in strutture pubbliche o private”.
Del resto il capo di Aspal deve gestire un ‘giocattolino’ da almeno 50 milioni di euro anno e circa ottocento dipendenti. Non esattamente una bancarella al mercatino. Si aggiunga che con l’emergenza Covid in corso, il problema dell’occupazione è diventato ancora più drammatico: proprio in questo momento la Sardegna ha bisogno che Aspal sia il braccio armato contro l’assenza di lavoro.
In questo solco si inserisce l’interrogazione dei Progressisti. Perché poco importa che la Aversano, vicinissima al consigliere regionale Nanni Lancioni, quota Psd’A dell’Aula, fedelissimo di Solinas, abbia uno sponsor coi Quattro Mori. Ai Progressisti interessa “il rispetto della legge 9/2016” e “la comprovata esperienza e competenza in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive”, come richiede la norma istitutiva di Aspal.
La Aversano è stato nominata il 7 aprile. Adesso sono le 23.22 del giorno 10. La delibera della Giunta resta non cliccabile. La Aversano in Aspal non si è ancora presentata. È probabile che non abbia firmato il contratto. La verifica sui requisiti dovrebbe spettare all’assessorato regionale al Personale, scrivono i Progressisti. Quindi agli Uffici guidati da Silvia Cocco, uno dei tre commissari che ha valutato le autocandidature per diventare Dg di Aspal. La manifestazione di interesse era stata pubblicata il 13 novembre 2020, con scadenza dieci giorni più tardi (qui il documento). Insieme alla Cocco fecero le valutazioni l’attuale amministratore unico di Arst, Roberto Neroni, e il commissario di Ats, Massimo Temussi. Diciassette gli idonei (qui tutti i nomi).
L’autocandidatura si fondava su un’autodichiarazione. I candidati – consapevoli elle conseguenze penali previste (articolo 76 del Dpr 445/2000 in materia di documentazione amministrativa) – dovevo dichiarare di essere in possesso dei titoli previsti dall’articolo 14, comma 2, della legge 9/2016. Così ha fatto anche la Aversano. Adesso i Progressisti vogliono vedere quei requisiti nero su bianco, visto il precedente di due anni. La risposta, scritta, la deve dare Solinas.
Al. Car.
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