Portavoce silurato da Solinas dopo il pranzo a Sardara: tutti i particolari in un ricorso

Mauro Esu, il portavoce di Christian Solinas silurato su ordine dello stesso presidente il 29 luglio scorso, ha presentato ricorso al giudice del lavoro. Esu, per il tramite del suo avvocato Roberto Murgia, sostiene l’illegittimità del licenziamento e per questo ha impugnato l’atto della Regione.

Esu, per anni, è stato nel cerchio magico di Solinas. Di più: il ruolo di portavoce che il governatore gli ha affidato subito dopo la vittoria alle Regionali del 2019, deriva proprio da quello strettissimo rapporto fiduciario che ha portato Solinas a Villa Devoto, sede della presidenza regionale. Anche dentro il Psd’Az, dove Solinas ha scalato anno dopo anno la gerarchia del potere, Esu ha giocato un ruolo chiave: la salvinizzazione dei Quattro Mori è frutto di un certosino lavoro fatto dal gruppo del presidente e che annoverava, tra gli altri, i fratelli Esu. Cioè Mauro e Stefano, quest’ultimo ugualmente licenziato dalla carica di consulente nell’assessorato agli Enti locali.

La frattura che ha cambiato gli equilibri nel cerchio magico di Solinas si è materializzata col pranzo di Sardara, un evento che sempre di più appare come il punto finale di una rottura cominciata parecchio tempo prima. Del resto se la Guardia di finanza fece il blitz al ristorante delle terme, è evidente che la soffiata è partita da ambienti politici, visto che il giro degli invitati era quello. Una soffiata che ha quasi il sapore di una vendetta su cui innescare la resa dei conti.

Per tornare al ricorso, a venire fuori insieme alla presunta illegittimità del licenziamento sono anche tutta una serie di particolari portati all’attenzione del giudice del lavoro. Intanto: Esu era a Sardara, “ma non ha subìto alcuna sanzione amministrativa per la violazione delle norme Covid né risulta indagato di alcun reato”.

Esu è stato licenziato da Solinas (sebbene tecnicamente il datore di lavoro sia la Regione, ma il presidente è il legale rappresentante) perché con la legge 10 sui maxi staff “è stata cancellata la figura del portavoce”. Ma l’avvocato di Esu ha spiegato nel ricorso che nella prima versione del ddl 107 (da cui è nata la 10) “non era prevista tale soppressione“. La decisione di non prevedere più il ruolo del portavoce è arrivata “il 25 maggio”, ovvero un mese e mezzo dopo il pranzo di Sardara, quando la frattura nel cerchio magico del governatore era notizia di dominio pubblico e già si sapeva che sarebbe stata introdotta una norma per mandare via gli ‘infedeli’ di Sardara. Il 25 maggio è il giorno in cui il Consiglio regionale ha approvato la legge sui maxi staff. Quindi per l’avvocato di Esu si è trattato di “una modifica dell’ultima ora”.

Per il legale di Esu, il licenziamento è “avvenuto malgrado un contratto quinquennale valido e coerente”, ciò che “ha violato il legittimo affidamento garantito in Costituzione“, ma anche il principio secondo cui “il datore di lavoro ha l’obbligo di ricercare un incarico alternativo”. Esu chiede quindi il risarcimento del danno, sia morale che economico. Quest’ultimo da calcolare facendo la differenza tra l’attuale retribuzione e quella da portavoce che ammontava a 4.200 euro netti mensili.

Il ricorso di Esu arriva dopo quello di Alessandro Naitana, l’ex Dg dell’Industria, altro partecipante al banchetto delle terme e per quella presenza al pranzo ugualmente cacciato da Solinas. In tutti e due i casi, qualora il giudice dovesse dare ragioni a Esu e Naitana, su Solinas potrebbe ricadere una responsabilità economica, come successo i passato all’ex governatore Ugo Cappellacci per il siluramento del capo Ufficio stampa Valerio Vargiu,. Era il 2009.

Alessandra Carta

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