Poligoni militari, addio bonifiche

Il Dl Competitività è legge: equipara i poligoni ai siti industriali. E aumenta la soglia di inquinamento di 100 volte. L’assessore Spano: “Incompatibile con progetti di bonifica”.

A nulla sono valse le proteste montate in Sardegna contro il decreto “annulla-bonifiche”: dopo l’approvazione finale alla Camera e il placet del Senato (a colpi di fiducia e senza modifiche rispetto al testo editato dalla Camera) il dl Competitività che equipara i poligoni militari ai siti industriali, è legge. In soldoni: per le zone di esercitazione militare, da Teulada a Quirra fino a Capo Frasca, sono previste soglie superiori fino a 100 volte rispetto ai limiti attualmente in vigore.

Le bonifiche diventano così un miraggio, anche perché da oggi l’iter per il risanamento ambientale prevede l’autocertificazione sullo stato di inquinamento e il silenzio/assenso degli enti pubblici, “senza alcuna forma di trasparenza e partecipazione per i cittadini”, ha detto Roberto Frongia, dell’associazione Sardegna Obiettivo 6, annunciando ricorso alla Corte Costituzionale. Nei giorni scorsi anche l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano aveva duramente criticato le nuove norme, considerate assolutamente “incompatibili con le bonifiche”. Ma c’è di più: il dl Competitività – che paradossalmente riporta in intestazione il tema della tutela ambientale – consente maggiore libertà di inquinare anche ad acciaierie, centrali a carbone, raffinerie e stabilimenti chimici. In questo caso, vengono innalzati i limiti di emissioni per gli scarichi a mare. Oltre ad incentivare le società che si occupano di trivellazioni, combustione di biomassa e incenerimento di rifiuti. Il destino della Sardegna, insomma, sembra segnato.

Il voto dei deputati sardi

A favore del provvedimento hanno votato i parlamentari di Pd, Centro democratico e Riformatori. Ovvero Emanuele Cani, Caterina Pes, Giovanna Sanna, Romina Mura, Giampiero Scanu, Siro Marroccu e Francesco Sanna (Pd), Roberto Capelli (Centro Democratico) e Pierpaolo Vargiu (Riformatori – Scelta civica).

Hanno invece votato contro l’approvazione del documento i deputati Emanuela Corda, Nicola Bianchi, Andrea Vallascas, Paola Pinna del Movimento 5 Stelle, Paolo Vella (Pdl), Michele Piras (Sel) e Mauro Pili (Gruppo misto – Unidos). Qui il riepilogo del voto di approvazione definitiva (note: si tratta della votazione 50; legenda: F (favorevole), C (contrario), A (astensione), M (missione).

I dati relativi alle votazioni del Senato, che ha approvato con 155 favorevoli e appena 27 contrari, non sono invece ancora disponibili.

M5S: “Sui poligoni una norma folle”

Per il deputato Davide Crippa, la norma è “una follia. Nella stragrande maggioranza dei casi le attività svolte all’interno dei siti militari sono poste sotto segreto, di conseguenza non si sa cosa è stato usato e in quali quantità, e noi ora vogliamo addirittura inserire dei limiti più tolleranti di quelli esistenti?”. Il senatore Roberto Cotti, tra i primi a tentare di contrastare la norma in Commissione Difesa, si dice tutt’altro che sorpreso. “Quando sollevai il problema, i rappresentanti del Pd in commissione, Vattuone e Pegorer, mi risposero che le cose non stavano come venivano da me denunciate e negarono categoricamente la previsione dell’innalzamento delle soglie di contaminazione nelle aree militari, con limiti più permessivi: alla fine fui l’unico a votare contro”

Le modifiche proposte (e approvate) da Scanu, Cani e Sanna (Pd)

Proprio sulle bonifiche si è incentrato l’ultima tranche dei lavori parlamentari. Il testo è infatti stato modificato in seguito alle pressioni di Scanu, Cani e Giovanna Sanna nell’ambito delle commissioni Difesa, Attività produttive e Ambiente della Camera. In buona sostanza, è stata introdotta una distinzione sulla base delle destinazioni d’uso delle singole porzioni delle aree militari: laddove i siti hanno funzione residenziale o vengono concesse a fini produttivi si prevedono livelli d’inquinamento più bassi, mentre i siti in cui si svolgono le attività militari vengono equiparate ad aree industriali.

Le critiche di Piras (Sel): “Modifiche inutili, siamo alla barzelletta”

La sostanza, tuttavia, non sembra cambiare. “D’ora in avanti, la legge permetterà ai poligoni di inquinare fino a 100 volte oltre i limiti previsti in precedenza”, attacca il deputato Michele Piras (Sel), che ha provato a bloccare il progetto del governo sia con un emendamento soppressivo che con un ordine del giorno, che è stato però respinto. E sempre per legge cadono i presupposti per attivare le operazioni di bonifica. “Per di più – continua Piras – non si riesce a capire come le attività del poligono non incidano in alcuna maniera sulla salubrità delle aree adiacenti”. Per questo, il deputato di Sinistra Ecologia e Libertà trova “le modifiche introdotte dalla Commissione Difesa e recepite dal Governo assolutamente inutili, perché non applicabili nella concreta realtà, e ai limiti della barzelletta”. “Si prenda il caso di Porto Tramatzu (Capo Teulada) – argomenta Piras -: in quell’area si svolgono esercitazioni dall’autunno alla primavera. D’estate la spiaggia viene aperta ai bagnanti ed ai turisti. Come si applica in questo caso la distinzione per destinazione d’uso voluta dall’on.Scanu?”.

Le critiche di Fiori (Pd) all’entusiasmo della Mura (Pd)

L’approvazione del decreto non è andata giù a molti iscritti sardi al Pd, tanto che Jacopo Fiori del circolo Copernico se la prende pubblicamente con Romina Mura, che da parte sua esalta le modifiche last minute introdotte da Scanu. “I danni ci sono eccome – afferma Fiori – anche se in zone più circoscritte rispetto alle intenzioni iniziali del governo, le soglie più permissive rispetto al passato ci sono eccome. A dimostrazione del fatto che a Renzi della Sardegna non gliene importa proprio nulla”.

Piero Loi

 

 

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