Pigliaru bis, l’ultima guerra prima delle nomine: ecco i retroscena

Si è trasformata in un campo minato la partito del rimpasto: ecco i fronti di scontro aperti nel centrosinistra. Le lite sono tutte politiche non sui contenuti programmatici,

Si è fatta altissima la tensione nel centrosinistra, quando manca un giorno alla nomina dei quattro nuovi assessori. Perché questo è il tempo che il governatore Francesco Pigliaru si è dato. Ma con gli ultimi fronti di scontro aperti, non si sa più se la data di domani resti in piedi. Al momento non ci sono conferme, ma nemmeno segnali precisi sulla possibilità che la firma dei decreti slitti.

Da Villa Devoto, sede della presidenza regionale, raccontano di giornate davvero intense per il capo della Giunta che sta rispondendo a decine e decine di telefonate. Con le più svariate e opposte richieste sulla partita del rimpasto.

Si è capito nel tardo pomeriggio di ieri che la situazione politica si era fatta complicata: su Facebook, riferendosi al cambio della squadra di di governo, il senatore dem Silvio Lai ha scritto di presunte “pressioni” su Pigliaru. Quindi il parlamentare ha bollato come “sgarbo” la decisione del presidente di “sostituire Claudia Firino“, assessora alla Pubblicazione istruzione, “a tre giorni dell’arrivo a Cagliari della ministra Valeria Fedeli “che sarà in città lunedì, in un incontro organizzato dalla Giunta di Massimo Zedda.

Il post di Lai è valso da solo il racconto di un pezzo della guerra in atto: Firino e Zedda sono della stessa corrente ex Sel, quella che fa capo al senatore Luciano Uras col quale Lai si è schierato in opposizione ai tre consiglieri regionali, sempre ex Sel, che il 1° febbraio hanno chiesto il siluramento della Firino. Ovvero Daniele Cocco, Eugenio Lai e Luca Pizzuto, confluiti nel Movimento dei Democratici e progressisti di Bersani e D’Alema. Cocco, Lai e Pizzuto sono definitivamente entrati in rotta di collisione con gli altri compagni di partito dopo che l’assessora, a fine gennaio, ha licenziato sia il capo di gabinetto, Giuseppe Dessena, indicato come nuovo titolare della Pubblica istruzione, sia il consulente Andrea Dettori. Adesso viene fuori che lo stesso Pigliaru, sul punto, avesse chiesto alla Firino di sospendere ogni mossa. Ma l’assessora è andata avanti lo stesso, decidendo di rompere col governatore.

Sul caso Firino Lai l’ha buttata ufficialmente sullo sgarbo. Ma da fonti Pd filtra che il senatore dem voglia frenare il rimpasto anche per un’altra ragione: Lai sarebbe contrario alla nomina nell’Esecutivo del renziano Pier Luigi Caria, destinato all’Agricoltura, perché in Gallura si andrebbe a rafforzare la componente dell’ex premier. In particolare l’area popolare, visto che Caria è un ex Margherita. E questo sarebbe un problema per il consigliere regionale del territorio, Giuseppe Meloni, attualmente in carica, che è invece di area socialista, quella più vicina a Lai per il tramite di Antonello Cabras.

Non una motivazione della guerra in corso riguarda i contenuti programmatici: tutto è ripiegato sugli equilibri interni ai partiti. Tanto che ieri sulla bacheca di Lai è intervenuto il deputato Siro Marrocu, anche lui ex Ds come Lai, ma appartenente all’ex minoranza interna del partito alleata coi renziani. Marrocu ha riportato la sua verità. E scritto: “Io, Silvio, non credo che a te non piaccia la presunta accelerazione (sul rimpasto). Io credo che non ti piaccia la proposta che è in campo”. Ciò che fa chiudere il cerchio sulle spinte contrapposte nei partiti del centrosinistra.

Con l’uscita di Lai su Facebook sembra infatti saltato quel patto che aveva messo d’accordo il Pd: cioè due assessori per ciascuna delle tre correnti più rappresentative. Significa Massimo Deiana (Trasporti) e Cristiano Erriu (Enti locali e Urbanistica) per l’area popolare-riformista di Cabras-Fadda, della quale anche Lai fa parte; Luigi Arru (Sanità) e Barbara Argiolas (nuova assessora data al Turismo) in quota Soru; Virginia Mura (Lavoro) e appunto Pier Luigi Caria per l’ex minoranza ex Ds-renziana.

Da questa bagarre non è fuori il Centro Democratico che, attraverso il leader-deputato Roberto Capelli, continua a difendere la permanenza in Giunta di Francesco Morandi, attuale titolare del Turismo. Anche al Cd, alleato con Uras visto che tutti insieme sono approdati nel Campo progressista di Pisapia, fa gioco la posizione di Lai, arrivata a tempo quasi scaduto. Ma come sempre succede in politica, i colpi più forti vengono sparati alla fine.

Pigliaru per domani mattina ha intenzione di convocare i capigruppo di maggioranza. Il compito del governatore non è facile: cedendo alle pressioni, si indebolisce; ma se fa unire troppi dissidenti, rischia di aprire nuove guerre in Consiglio regionale. La battaglia è anche di nervi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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