Petizione per le primarie nel centrosinistra. Spunta un nuovo candidato (e Renzi si tiene le mani libere)

C’è un nuovo candidato alle Regionali nel campo largo del centrosinistra, dopo Renato Soru formalmente proposto da Liberu ma intenzionato a presentarsi comunque nel caso non si celebrassero le primarie. E tralasciando per un momento Alessandra Todde, su cui M5s (di cui è vicesegretaria) e Pd hanno deciso di convergere in virtù di un accordo nazionale. La rosa di nomi dei papabili, infatti, si allunga con quello di Roberto Capelli, proposto da La Base (del quale è coordinatore), insieme al movimento Un’altra Sardegna e all’associazione Sardi in Europa. Tutti questi movimenti annunciano anche di voler essere presenti alle prossime consultazioni elettorali con una lista “che diventerà presto partito”.

“Con la liturgia che gli è propria la nomenclatura politica ha creato in queste settimane una condizione di litigiosità e stallo che è sotto gli occhi di tutti e che la Base Sardegna intende contribuire a superare, chiedendo al centrosinistra un passo indietro per andare poi tutti avanti – si legge in una nota a firma di Emanuele Armeni – La Base Sardegna si candida a rovesciare la piramide organizzativa della Regione applicando lo Statuto speciale. Dare ruolo e risorse ai territori, garantire il diritto alla salute ed alla mobilità dei sardi. L’autodeterminazione del popolo sardo in un quadro di revisione del rapporto istituzionale, finanziario e sociale con lo Stato. Al tempo stesso siamo pronti a valutare tutte le candidature che, come la nostra, nascano sotto il segno dell’unità e non della divisione, davvero aggreganti e capaci di rappresentare un programma innovativo per il governo della Sardegna. Una proposta, la nostra, per la guida della Regione sarda che siamo pronti a confrontare all’interno del Campo Progressista o attraverso una più ampia valutazione da parte dei cittadini sardi, escludendo fin d’ora veti, pregiudiziali o condizioni d’appartenenza se non quelle programmatiche”.

Insomma: non si intravede nessuna schiarita nello schieramento del centrosinistra allargato. Intanto è partita una petizione online – sulla piattaforma change.org – che chiede di celebrare le primarie. L’ha pubblicata l’ex vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, e l’hanno sottoscritta Francesco Pigliaru (che proprio nei giorni scorsi si è espresso a favore della consultazione), Paolo Maninchedda, Guido Melis, Attilio Mastino, Donatella Spano, Bianca Biagi, Gianfranco Cabiddu, Romano Cannas, Alessandro De Martini, Antonietta Mazzette, Eugenia Tognotti. “Il percorso verso le elezioni era iniziato sotto l’egida della massima apertura e trasparenza, condizioni imprescindibili perché i soggetti politici partecipanti si sentissero coinvolti nella responsabilità delle decisioni – si legge nell’appello -. Oggi pare, invece, che questo itinerario democratico sia stato soffocato da una decisione già assunta e da un dibattito imbrigliato con funzioni ritualistiche di ratifica”. I proponenti sottolineano l’importanza delle primarie per la scelta del leader. “Questo sacrosanto diritto e questo ottimo metodo di selezione della classe dirigente e di affinamento dei programmi sembrano essere negati oggi in Sardegna, senza che ci sia una motivazione plausibile e comprensibile a tutti.  Non è giusto.  Non può esservi alcuna forza politica che proclami di stare in un campo democratico e che, contemporaneamente, neghi l’esercizio elementare delle regole e del dibattito nel quale si forma la pubblica opinione. Le primarie, quando esistono più persone disposte a candidarsi, non sono un optional, sono garanzia di libertà. Per questo, oggi in Sardegna, è immotivato e grave negare ai potenziali candidati alla presidenza la possibilità di illustrare le loro proposte e di competere con quelle altrui. Negare questa possibilità rischia di spingere il legittimo dissenso a strutturarsi in alternativa”.

Così, mentre sembra dato per assodato l’accordo su Todde, il campo largo è percorso da fratture che rendono complicato trovare un assetto definitivo. I Progressisti hanno chiesto le mini-primarie per poter scegliere tra l’esponente grillina, Graziano Milia e Soru. Invece Matteo Renzi continua a tenersi le mani libere. Italia Viva è di fatto entrata in maggioranza con l’adesione di Anita Pili, assessora all’Industria della Giunta Solinas. Ma alle scorse Regionali non si è presentata perché ancora il partito di Renzi non era nato. Ora si piazza al centro e valuterà il candidato che riterrà più idoneo. Senza chiudere – almeno non del tutto – a un nome M5s. “Diciamo che il M5s è l’espressione più lontana da noi, a maggior ragione in questo periodo – ha detto l’ex presidente del Consiglio a Cagliari nell’ambito del suo tour, “Volare alto” -, però io non mi porto avanti col totonomi. Ricordo che in un determinato momento abbiamo persino sostenuto Giuseppe Conte per l’interesse del Paese. Poi sono stato molto contento di averlo mandato a casa a beneficio di Mario Draghi. Io non do alcuna indicazione, ma ho l’impressione che tutto serva alla Sardegna tranne che una candidatura populista come quella di un grillino o una grillina. Però è presto per dirlo”.

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