Adesso c’è la data, anche se solo ufficiosa: la nuova assemblea del Pd, con Renato Soru segretario del Partito democratico sardo, verrà convocata per sabato 15. Ovvero, il decimo e ultimo giorno utile da quanto la commissione regionale del Congresso ha ufficializzato (mercoledì) l’elezione dell’europarlamentare.
E proprio dalla commissione, dove si è consumato uno scontro durissimo, comincia l’era Soru, la cui vittoria non sembra ancora digerita dai supporters di Ignazio Angioni, uno dei due sfidanti per la leadership (il terzo era Thomas Castangia). È successo che nella riunione di mercoledì ci sono stati tre voti contrari sulla ratifica delle preferenze che hanno consegnato il partito in mano a Soru. A opporsi, l’ex consigliere regionale Antonio Biancu più Giannarita Mele e Giovanni Pinna. Secondo i tre, era irregolare il verbale della Provincia di Oristano, perché i risultati di otto seggi sono stati comunicati a voce e non consegnati via fax (o a mano).
A conti fatti, un cavillo. Ma Biancu, la Mele e Pinna hanno sostenuto che quella modalità andasse indicata nello spazio riservato alle osservazioni. Così, però, non è successo. Ma è evidente che dietro quei tre voti contrari ci siano malumori non smaltiti per l’esito delle primarie dello scorso 26 ottobre. Soru ha vinto col 51,38 per cento (20.180 voti), seguito da Angioni al 36,53 (14.349 voti) e da Castangia al 12,09 (4.750).
Al momento è difficile prevedere come si tradurranno le tensioni scoppiate nella commissione regionale del Congresso, presieduta da Tore Ladu e di fatto è decaduta, visto che venne nominata dall’ex leader Silvio Lai. Tuttavia, le scintille arrivate dall’area Angioni potrebbe spingere il correntone del senatore a non accettare l’invito alla collaborazione lanciato da Soru, offrendo ai due sconfitti una casella a testa nella nuova segreteria.
Nei giorni scorsi sono invece circolati due nomi sui possibili vice dell’europarlamentare: il faddiano Giuseppe Frau e la renziana Claudia Medda. Di certo, sabato 15, quando l’assemblea da 160 si riunirà (qui tutti i nomi degli eletti), non ci sarà spazio per i rinvii. E forse anche per questa ragione Soru ha deciso di puntare sulla convocazione nell’ultimo giorno utile. In buona sostanza, nessuna componente interna – e nel Pd sono molte – potrà fare melina. A cominciare dagli stessi alleati del neosegretario, sostenuto dal suo gruppo, ma anche dalle aree di Antonello Cabras, di Paolo Fadda e del parlamentare lettiano Francesco Sanna. Cioè, ma maggioranza uscente che è stata riconfermata con le primarie.
Non meno composito è il raggruppamento di Angioni, appoggiato dagli ex Ds del deputato Siro Marrocu, più l’area Dem di Francesca Barracciu, i popolari di Ladu e i renziani della prima ora guidati nell’Isola da Gavino Manca e Chicco Porcu. Anche per loro si preannuncia un identico posizionamento interno, ovvero all’opposizione. Molto omogenea, invece, la componente di Castangia che raccoglie l’area civatiana e il movimento della Traversata, cioè l’anima critica del Pd, quella che contesta la nomenklatura rappresentata dalle altre due componenti.
Sabato, i 160 sessanta dell’Assemblea dovranno nominare intanto la nuova Direzione del partito formata da 55 componenti. Così divisi: 28 in quota maggioranza, 20 di area Angioni e 7 scelti da Castangia. I democratici potrebbero ritrovarsi a Sanluri: Soru, nella prima conferenza stampa da segretario, nella sede di via Emilia a Cagliari, l’aveva detto di volere un Pd itinerante. E il viaggio potrebbe cominciare proprio dalla città natale del nuovo leader sardo.
Al. Car.
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