Patto di stabilità, il Partito dei sardi: “Subito l’Agenzia regionale delle entrate”

Dopo l’accordo del presidente Francesco Pigliaru sul patto di stabilità, a partire dal 2015 la Sardegna potrà spendere tutte le sue entrate e come un qualunque Stato d’Europa dovrà rispettare solamente il pareggio di bilancio. Per rendere compiuta l’importante conquista di sovranità e garantire al meglio i conseguenti effetti economici per la nostra gente e la nostra terra il Partito dei Sardi chiede l’immediata costituzione dell’Agenzia sarda delle entrate“. A scirverlo, in una nota, è Franciscu Sedda, il segretario nazionale del Pds nonché fondatore insieme all’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda.

Sedda da tempo propone l’istituzionale di una Agenzia sarda di riscossione, suo cavallo di battaglia del comitato ‘Fiocco verde’. “L’accordo sottoscritto – chiarisce il segretario chiama come naturale conseguenza la costituzione dello strumento che gli dia piena attuazione alla gestione delle risorse. L’Agenzia sarda delle entrate va del resto a braccetto con il superamento del patto di stabilità, perché consente di quantificare e controllare l’esatto ammontare delle entrate a nostra disposizione. È dunque strumento di garanzia della bontà e effettività dell’accordo”.

Il Pds propone che “Nelle more dell’attivazione dell’Agenzia, la Giunta e il Parlamento sardo tutto si attivino per far leva sullo Stato per ottenere, con effetto immediato, la reversione dei flussi, tale per cui le entrate prodotte in Sardegna siano immediatamente girate su un conto della Regione Sardegna”. Ancora: “Immediata attivazione, come previsto dall’accordo del 2006 sulla Vertenza Entrate e come accaduto di recente per la Sicilia, di un codice ‘Tributo’ che consenta alla nostra Isola di incassare le tasse delle imprese che lavorano in Sardegna pur avendo sede fiscale fuori dalla nostra terra (la tassa in questione è l’Ires e nei giorni scorsi ne ha parlato anche l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci). I due elementi sono correlati in modo essenziale all’accordo sottoscritto: se dal 2015, vale a dire fra pochi mesi, dobbiamo poter spendere le nostre entrate queste devono essere nella nostra immediata, completa, certa disponibilità. La nota di Sedda prosegue così: “Il Partito dei Sardi ritiene che nelle eventuali more dei due punti precedenti la Sardegna garantirebbe con più forza se stessa e l’accordo tenendo aperto il confronto e la vertenza con lo Stato”.

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